Capelli Neri Per Proteggere Il Pianeta Dall’Acqua Radioattiva

Quante cose sorprendenti possono riservarci le soluzioni naturali per l’ambiente? Se pensate che persino i capelli neri hanno la capacità di limitare uno dei rischi più temuti, davvero non c’è più limite alla fantasia.

Il tema, oggi, è l’inquinamento radioattivo, che determina sempre notevole preoccupazione.

Senza voler entrare nel merito della questione “nucleare”, l’obiettivo del video di oggi è quello di presentare una soluzione per certi versi sbalorditiva, inaspettata ma allo stesso tempo efficace, per proteggere la qualità dell’acqua in presenza di uranio.

Talvolta questo tema potrebbe essere considerato di basso impatto, perché l’uranio è diffuso sul pianeta e (fortunatamente) non ci sono enormi problemi legati alla sua presenza corrente.

Tuttavia, esistono parti del mondo ben circoscritte, ad esempio le aree limitrofe ai siti di estrazione dell’uranio, per le quali il problema della contaminazione diretta ed indiretta dell’acqua è molto sentito.

C’è bisogno di soluzioni come queste per migliorare la qualità di vita di molte persone.

Scopriamo cosa i capelli neri possono fare.

Capelli neri per assorbire l'uranio dall'acqua

Capelli Neri Come Assorbente

Nell’ultimo periodo la ricerca sugli assorbenti naturali per inquinanti anche pericolosi ha avuto un’importante accelerazione.

L’obiettivo è quello di trovare sempre più alternative naturali ai comuni assorbenti chimici fino ad oggi utilizzati.

Questo in ottiva di risparmio, ma anche di circolarità di prodotti e rifiuti: non dimentichiamoci mai che, solo per fare un esempio, i rifiuti dell’agroalimentare forniscono ottime materie prime per assorbenti con da usare per il risanamento ambientale.

Ebbene, in questo caso anche i negozi di parrucchiera/barbiere possono fare molto.

Raccogliendo capelli neri, infatti, si potrebbe dare un grande supporto alla sicurezza ambientale e sanitaria delle acque, in particolare quando ad essere coinvolto è l’uranio.

Capelli neri al servizio dell'ambiente e della salute pubblica
Capelli neri – immagine trevoykellyphotographer @Pixabay

Capelli Neri Da Usare Con Minima Preparazione

I capelli presentano alcuni grandi vantaggi in generale, che li rendono una potenziale ottima scelta quando si tratta di selezionare materiali per fare da assorbenti a metalli e/o radioattivi in acqua.

Prima di tutto, i capelli neri possono essere usati così come sono.

Poi, sono disponibili in grande abbondanza ed a costi molto bassi (possibilmente, addirittura nulli).

Sono anche ottimi candidati per il bioassorbimento in quanto non sono tossici e soprattutto sono insolubili in acqua.

In più, sono resitenti agli acidi (anche quelli più aggressivi) e refrattari alla degradazione nell’ambiente.

Tuttavia, per ottenere il massimo possibile nell’assorbimento dell’uranio, è necessario effettuare un (comunque semplice) pre-trattamento.

La Preparazione Dei Capelli Neri

Se usati tal quali, i capelli neri hanno già un discreto potenziale di assorbimento dell’uranio in acqua.

Si tratta di circa 3.9 mg/g: tuttavia, è possibile amplificare le capacità assorbenti dei capelli neri fino ad un valore medio di 17.6 mg/g.

Questo si verifica quando i capelli neri sono pretrattati con idrossido di sodio (NaOH) 0.2N.

E’ addirittura possibile andare oltre, trattando la biomassa di capelli neri con una soluzione di NaOH 0.3N: in questo caso è possibile raggiungere un livello di assorbimento dell’uranio pari a 18.7 mg/g.

In ogni caso, saranno fattori quali la concentrazione dell’uranio in acqua, le condizioni ambientali, la concomitante presenza di altri inquinanti ed altri ancora, a determinare il tipo di pre-trattamento più appropriato nell’ottica dell’assorbimento dell’uranio dalla fase acquosa.

La soluzione di NaOH per il pretrattamento dei capelli neri
Idrossido di sodio (NaOH) per pre-trattare i capelli neri – immagine LabChem

Una Formula Da Applicare Con Attenzione

Il pre-trattamento con NaOH 0.2N è il primo passaggio da ricordare, ma ne esistono altri egualmente importanti per garantire il migliore dei risultati possibili.

Si tratta di controllare il valore del pH dell’acqua in cui c’è l’uranio e che deve essere decontaminata dai capelli neri.

Sebbene i capelli possano assorbire in un ampio range di valoro di pH, quello raccomandato per assicurare il migliore assorbimento è 4.5.

Inoltre, il tempo di contatto tra biomassa di capelli neri ed acqua contaminata dall’uranio è di 2 ore.

Seguendo questa “ricetta”, in modo preciso, si possono ottenere risultati molto importanti ed utili per la tutela degli ecosistemi a rischio.

Un Vantaggio Dei Capelli Neri Come Bioassorbenti

Non è una cosa esclusiva dei capelli neri, ma merita di essere menzionata perché tutti i bioassorbenti derivati da materiali naturali (possibilmente da rifiuti organici) vanno spediti in questa direzione.

L’obiettivo è quello di realizzare bioassorbenti in grado di assorbire e soprattutto concnetrare la massima quantità di inquinanti presenti anche in minime concentrazioni.

Potrebbe infatti sembrare “eccessivo” andare a cercare una minima quota di uranio nell’acqua per rimuoverla, ma è essenziale per garantire che non si pongano rischi, ad esempio, dovuti al bioaccumulo.

Inoltre, ci sono svariate categorie di inquinanti, tra cui proprio l’uranio, che non necessitano di essere presenti in grande quantità per cominciare a creare problemi tanto per l’ecosistema quanto per la salute.

Poter contare su di una serie (il più nutrita possibile) di bioassorbenti in grado di concentrare anche minime quantità di inquinanti molto pericolosi, è una frontiera di assoluta priorità e sulla quale ancora in futuro potrete trovare aggiornamenti e sorprese.

Tappeti di capelli umani per scopi di assorbimento ambientale – immagine CNN

Il Legame Tra Capelli Neri Ed Altri Inquinanti

I capelli neri sono efficaci anche nell’assorbimento del petrolio.

Non è un caso infatti che esistano veri e propri “human hair mats” (tappeti fatti con capelli umani), destinati ad essere messi in acqua per assorbire il petrolio in presenza di sversamenti.

Nel caso dell’uranio, il colore risulta importante, mentre per altri casi lo è meno.

C’è una correlazione tra determinati colori e determinati inquinanti, dovuta alla quantità di melanina, ma anche di cheratina.

Melanina E Cheratina Sono La Chiave Di Tutto

Infatti, vari studi hanno dimostrato che la melanina ha una particolare affinità per l’uranio in ambiente acquoso.

Allo stesso tempo (per la verità anche prima) si era dimostrato che le fibre di cheratina estratte dalle piume degli uccelli sono in grado di separare i metalli dalla fase acquosa.

I capelli neri sono dotati sia di melanina che di cheratina in una forma che è naturalmente immobilizzata e quindi può agire costantemente senza bisogno di essere “fissata” ad un supporto.

Questa è la ragione profonda per cui la pigmentazione nera dei capelli è da preferirsi a tutte le altre (anche il castano molto scuro può andare bene, data la elevata presenza di melanina).

Il Bhabha Atomic Research Center in India – immagine The Wire

Capelli Neri Per Scelta Ed Anche Per Necessità

Questa soluzione arriva dall’India, in particolare dal Bhabha Atomic Research Center che si trova nello stato del Maharashtra.

In India, i capelli neri sono la stragrande maggioranza, quindi l’enorme disponibilità di questa biomassa la ha di fatto resa una scelta obbligata.

Ciò che più conta è che di fronte alla grande abbondanza, si è cercato di dare un’utilità ambientale e la si è identificata nell’assorbimento dell’uranio dall’acqua.

Questo per dire che dobbiamo sempre concentrarci, prima di tutto, su ciò che è presente in abbondanza, per avere la garanzia di sfruttarne tutto il potenziale disponibile.

Quando la quantità incontra la qualità, non può che originarsi un grande successo.

Capelli neri per assorbire l'uranio dall'acqua

Conclusioni

Usare i capelli neri per assorbire l’uranio dall’acqua è una trovata creativa, ma altamente efficace sul piano ambientale.

Uno stimolo ad usare spirito di innovazione e, ancora una volta e persino di più, a partire da ciò che è altamente disponibile sul territorio.

Senza andare a cercare cose particolarmente complesse o articolate, partire dalle biomasse non utilizzate e dai rifiuti organici (ma non soltanto) è il migliore inizio.

Una volta ottenuti i primi, essenziali risultati, ci sarà sempre tempo per integrare con successive azioni.

Il primo passo, tuttavia, non può e non deve aspettare.