Terre Rare In Cina: Come Correggere Il Lato Oscuro della Transizione

Il tema delle nuove tecnologie al servizio della transizione ecologica è e sempre sarà più importante: ecco perché parlare di terre rare in Cina diventa inevitabile.

Infatti, proprio la Cina è il paese “osservato speciale” per la disponibilità dei metalli rari, oltre che di tutto l’apparator produttivo ad essi collegato.

Una vera e propria battaglia o guerra mondiale latente e sommersa, per accaparrarsi risorse e contratti: una conflittualità che rischia di fare una vittima collaterale eccellente, vale a dire l’ambienta naturale.

Il tema di oggi è proprio questo: cosa accade quando la ricerca ossessiva delle terre rare prende il sopravvento?

E’ possibile immaginare un modello di sfruttamento di queste risorse così cruciali, nel rispetto degli ecosistemi e della preservazione, o ripristino, della natura?

Prima ancora di affrontare il tema dell’impatto ambientale dell’estrazione delle terre rare, pensiamo anche a cosa succede al termine dello sfruttamento.

Proprio dalla Cina arriva un esempio, o meglio una vera e propria “formula speciale” da applicare per evitare che lo sfruttamento delle risorse minerarie possa compromettere gli ecosistemi e danneggi oltremodo il pianeta.

Una strategia naturale per salvare non soltanto l’ambiente dalla spasmodica ricerca dei metalli rari, ma anche consentire un pieno recupero dell’ecosistema per gli anni a venire.

Terre rare in Cina come esempio per recuperare in casi di inquinamento anche estremo

Terre Rare In Cina Come Risorsa E Come Problema

L’impatto ambientale dell’estrazione delle terre rare in Cina, così come in ogni altro luogo del pianeta ove queste si trovano, è già una voce importante del bilancio “negativo” della transizione.

Solo per citare alcuni effetti ambientali indesiderati, basti ricordare le emissioni dirette (di svariati metalli), l’inquinamento delle acque, oltre alla perdita diretta ed indiretta di biodiversità.

Anche fenomeni quali l’erosione del suolo sono frequenti nelle aree di estrazione.

Di fronte a tutto questo è evidente che serva realizzare un piano d’azione molto dettagliato e calato nella specifica realtà territoriale (in successive occasioni scopriremo alcune strategie davvero utili a tale scopo).

Tuttavia, c’è un altro grave problema da affrontare.

Si tratta del “cosa succede dopo”: vale a dire, le condizioni in cui le aree di estrazione vengono lasciate al termine delle operazioni.

Le miniere di terre rare in Cina sono cruciali per il mondo intero - immagine Swida_Alba @Pixabay
Le miniere di terre rare in Cina sono cruciali per il mondo intero – immagine Swida_Alba @Pixabay

Cosa Rimane Delle Aree Di Estrazione Di Terre Rare In Cina

Questo è un aspetto per certi aspetti persino più pericoloso dell’effetto ambientale diretto determinato dalle emissioni al momento dell’estrazione dei metalli rari.

Le terre rare in Cina hanno dimostrato che al termine delle operazioni di estrazione l’intera area può essere soggetta ad un totale sconvolgimento delle sue caratteristiche.

Ad esempio, non è rara la desertificazione, senza contare la pressoché totale perdita di biodiversità dell’area.

Questo è da considerarsi “peggiore” rispetto a quando accade durante le attività, semplicemente perché, una volta cessati i lavori, non c’è un’adeguata azione di ripristino e/o recupero ecologico.

Il che significa che la situazione resta tale per molto tempo e, come già abbiamo scoperto a proposito dell’erosione del suolo e delle coste, questo impoverimento può passare anche ad aree vicine.

Come appare tipicamente un'area dopo l'estrazione di terre rare in Cina - immagine Yale E360
Come appare tipicamente un’area dopo l’estrazione di terre rare in Cina – immagine Yale E360

Il Ripristino Ecologico Delle Aree Estrattive Di Terre Rare In Cina

Nonostante possa sembrare per qualcuno poco verosimile, il tema degli impatti ambientali delle terre rare in Cina ha determinato e determina una certa preoccupazione.

E’ una questione di numeri e di diffusione sul territorio, proprio a causa del fatto che in questo paese ci sono molti potenziali giacimenti di metalli rari.

Pertanto, proprio dalla Cina arriva uno schema di intervento che ha come obiettivo quello di riportare alla vita le aree minerarie.

Addirittura, l’impegno di chi ha portato all’attenzione della comunità scientifica questa strategia, è stato quello di rendere l’area ex-mineraria in grado di essere destinata ad altri importanti usi.

Non si tratta quindi soltanto di recuperare un ecosistema, ma di “ribaltare” letteralmente la situazione a favore dell’ecologia e della vita.

Benvenuti a Heping, Guangdong, Cina - immagine Wikipedia
Benvenuti a Heping, Guangdong, Cina – immagine Wikipedia

Cosa Si Può Fare Dopo Aver Estratto Le Terre Rare In Cina (Ed Anche Oltre)

Siamo nella Contea di Heping, che si trova nella provincia del Guangdong.

Qui, già dal 2015, è stata messa a punto una strategia di intervento basata su tre punti essenziali, che fanno da apripista per altre soluzioni simili, adattabili ad altre parti del mondo.

Si tratta di una soluzione completamente naturale, basata su elementi naturali locali, pertanto ogni area potenzialmente interessata deve prima fare una sorta di “inventario” delle risorse che possono essere disponibili.

La strategia si basa sui seguenti tre elementi:

  • Applicazione di erba in modalità landfilling
  • Spargimento di letame avicolo
  • Uso di piante per il fitorisanamento

Il primo obiettivo della strategia è quello di reucperare le caratteristiche di vitalità del suolo.

Il secondo è quello di rimuovere l’inquinamento residuo, includendo soluzioni che ne evitino il propagarsi, ad esempio grazie allo sfruttamento dei corsi d’acqua presenti nelle vicinanze.

La copertura con spargimento di erba è il promo passo per il recupero delle aree ex-minerarie - immagini PublicDomainPictures @Pixabay
La copertura con spargimento di erba è il promo passo per il recupero delle aree ex-minerarie – immagini PublicDomainPictures @Pixabay

Il Tempo Come Fattore Per Il Recupero Delle Aree Ex-Minerarie

E’ molto interessante notare che un approccio naturale di questo tipo necessita di tempi adeguati per funzionare.

In particolare, nel caso di riferimento questa strategia è stata tenuta in loco per (almeno) 2 anni.

Durante questo lasso di tempo, le applicazioni (spargimento sulla superficie dell’area) di erba e letame avicolo sono state determinanti per due motivi.

Il primo motivo riguarda il progressivo recupero delle popolazioni microbiche del terreno ed anche l’attività enzimatica che ha favorito l’attecchimento delle piante.

Il secondo motivo riguarda la disponibilità di materia organica ed anche nutrienti come potassio e fosforo.

L’azione combinata dei microrganismi e dei nutrienti ha permesso di recuperare la vita nell’area.

Un tipico lascito dellle attività estrattive delle terre rare in Cina - immagine New Security Beat
Un tipico lascito dellle attività estrattive delle terre rare in Cina – immagine New Security Beat

Una Soluzione Ancora Più Lunga Per Le Terre Rare In Cina

Dopo i primi due anni, nonostante si comincino ad intravedere buoni risultati, c’è la possibilità di continuare.

Questo dipende dal particolare contesto ed anche (per non dire soprattutto) dalla destinazione d’uso finale che si vuole fare dell’area.

Per arrivare agli straordinari risultati del lavoro in oggetto, è necessario continuare almeno per altri 3 anni ancora.

Infatti, grazie alla presenza dei nutrienti ed all’attività dei microrganismi, dopo 5 anni di azione continua, le caratteristiche del suolo (fertilità, biodiversità microbica etc.) sono risultate migliori anche di quelle delle aree vicine, mai interessate dall’estrazione dei metalli rari.

In pratica, le terre rare in Cina possono diventare un padradigma di riferimento per migliorare il suolo e l’ecosistema proprio a seguito dell’estrazione dei metalli.

Questo a patto però che si predisponga e si metta in opera la strategia basata su questi tre essenziali elementi.

Attività di estrazione in un'area mineraria in Cina - immagine Albert Hyseni @Unsplash
Attività di estrazione in un’area mineraria in Cina – immagine Albert Hyseni @Unsplash

Dalle Terre Rare In Cina Una Grande Insegnamento

Il primo vantaggio che si può ottenere dall’applicazione di questa strategia è la possibilità di ottenere un ecosistema “migliore” degli altri, dopo il passaggio delle attività estrattive.

Questo è possibile grazie ad una serie di miglioramenti per parametri del suolo, tra cui:

  • Densità
  • Porosità
  • Capacità di ritenzione idrica
  • Conducibilità elettrica

Questo è quanto si è osservato dopo i 5 anni di azione ininterrotta degli elementi in precedenza considerati.

Tuttavia, anche i microrganismi hanno dimostrato un comportamento decisivo per migliorare le condizioni di biodiversità dell’area.

Durante e dopo il trattamento delle zone che furono di terre rare in Cina c'è un forte incremento di biodiversità microbica nel suolo - immagine PNAS
Durante e dopo il trattamento delle zone che furono di terre rare in Cina c’è un forte incremento di biodiversità microbica nel suolo – immagine PNAS

I Microrganismi Delle Zone Recuperate

In linea generale, si è osservato che le popolazioni microbiche aumentano, grazie alla presenza di nutrienti sempre disponibili.

Il numero dei microrganismi coltivabili è fortemente aumentato, il che significa anche avere la possibilità di raccoglierli e coltivarli per future applicazioni, anche a distanza.

Fatta salva la verifica di compatibilità sul piano della biodiversità, infatti, l’esperienza di successo in un’area di terre rare in Cina può essere utilmente replicata da altre parti.

In più, anche la diversità batterica è risultata molto aumentata.

Questo è importante perché sono comparsi diversi microrganismi, che non erano presenti prima dell’attività di estrazione delle terre rare.

In particolare, questa caratteristica si è osservata a livello delle zone più superficiali del suolo, proprio quelle dove lo spargimento di erba e letame avicolo ha funzionato meglio.

L'uso di particolari piante in grado di assorbire l'inquinamento nelle zone di terre rare in Cina è un altro passo importante - immagine EurekAlert
L’uso di particolari piante in grado di assorbire l’inquinamento nelle zone di terre rare in Cina è un altro passo importante – immagine EurekAlert

Il Ruolo Della Vegetazione Nelle Aree Di Terre Rare In Cina

Questo particolare aspetto sarà affrontato meglio (ed estensivamente) in svariate occasioni future.

Infatti, la prima scelta per la rimozione degli inquinanti residui, in particolare proprio dei metalli rari che rimangono al termine delle operazioni, sono particolari piante in grado di assorbirli molto bene.

Ce ne sono alcune davvero sorprendenti, altre che pongono dei dilemmi anche “etici” di non poco conto.

Pertanto, ancora una volta, siamo di fronte ad una situazione che fa della strategia l’elemento decisivo: quali piante usare, dove localizzarle, come controllarle ed anche come recuperare i metalli rari che sono riassorbiti.

C’è comunque una caratteristica generale che va ricordata.

Uno schema del recupero dei metalli rari grazie all'uso di specifiche piante in grado di assorbirli - immagine Agro Science Blog @Facebook
Uno schema del recupero dei metalli rari grazie all’uso di specifiche piante in grado di assorbirli – immagine Agro Science Blog @Facebook

Le Piante Per L’Assorbimento Degli Inquinanti

Senza entrare (adesso) nei dettagli, basti ricordare che il ruolo delle piante nelle zone caratterizzate dalla presenza di terre rare in Cina è duplice.

Da un lato, possono rimuovere gli inquinanti.

Dall’altro, possono recuperare i metalli rari “sfuggiti” e riconsegnarli alle industrie.

Pertanto, si tratta di una doppia azione che continua anche dopo la cessazione delle attività ma che, proprio per questo, può essere decisiva anche per questo settore industriale.

Questo è possibile grazie al fatto che, indipendentemente dalla tipologia delle piante che sono scelte per fare il lavoro, tutte hanno dimostrato di crescere bene.

In altre parole, le condizioni di recupero del suolo, dopo 5 anni di azione della strategia, fanno si che si possa spaziare molto sulla scelta delle migliori piante anche per recuperare eventuali metalli rari ancora presenti al suolo.

Vasche per il contenimento delle acque contaminate che ora giacciono abbandonate in un'area dove le operazioni sono terminate - immagine Yale E360
Vasche per il contenimento delle acque contaminate che ora giacciono abbandonate in un’area dove le operazioni sono concluse – immagine Yale E360

Dalle Terre Rare In Cina Un’Occasione Da Cogliere

Dopo aver ripristinato totalmente, anzi addirittura meglio di prima, le aree che erano destinate alla estrazione delle terre rare in Cina, si pone la necessità di pensare a cosa viene dopo.

In particolare, è proprio la “destinazione d’uso finale” che deve orientare la scelta sulle modalità di ripristino delle aree ex-minerarie.

Questa strategia, proprio grazie al fatto che permette di raggiungere degli standard di qualità ambienatle e di micro-biodiversità superiori al normale, rende possibile un risultato insperato.

Si tratta infatti di poter riqualificare come “agricole” le aree che prima erano destinate all’estrazione di terre rare in Cina.

Una prospettiva che diventa interessante persino di più per zone del mondo che non hannoc erto estensioni territoriali e disponibilità di superfici agricole come quelle della Cina.

La strada è ancora lunga ma non è impossibile trasformare le zone minerarie in aree agricole per un nuovo inizio - immagine Kanenori @Pixabay
La strada è ancora lunga ma non è impossibile trasformare le zone minerarie in aree agricole per un nuovo inizio – immagine Kanenori @Pixabay

Dalle Terre Rare Alle Terre Agricole In 5 Anni (Forse Meno)

Dopo il passaggio attraverso questa strategia completamente naturale, è possibile recuperare non soltanto aree naturalistiche, ma persino fare spazio per l’agricoltura.

Molto dipende dalle condizioni in cui l’area si trova al termine dei 5 anni di azione della strategia.

Non tutti i luoghi sono uguali e non tutti rispondono allo stesso modo, tuttavia c’è la teorica possibilità di accelerare il processo grazie all’uso di particolari additivi naturali.

Inoltre, a seconda dei parametri ambientali risultanti, è possibile destinare l’area completamente recuperata alla piantumazione con vegetali non destinati al consumo umano.

Questo a vantaggio del settore energetico da biomasse, ad esempio.

C’è poi la possibilità di piantare ortaggi e/o alberi che siano in grado, con opportune aggiunte, di escludere gli inquinanti eventualmente presenti, così garantendo la crescita e la produttività.

Un insegnamento davvero importante che arriva dalle zone caratterizzate dalla presenza di terre rare in Cina, che non può né deve essere dimenticato.

Terre rare in Cina come esempio per recuperare in casi di inquinamento anche estremo

Conclusioni

Quella delle terre rare in Cina è una questione che riguarda il mondo intero, non soltanto per questioni meramente commerciali.

Ai fini del miglioramento della qualità di vita sul pianeta, dobbiamo prendere gli esempi che funzionano ed adattarli a tutti i possibili scenari e contesti.

L’esperienza fatta in un luogo è determinante per estendere il successo anche ad altri, nell’ottica di una transizione che sia davvero ecologica.

Il tema dei metalli rari è complesso ed articolato: quanto scoperto oggi deve diventare un riferimento affinché non si dica che non c’è la possibilità di recuperare o, meglio, restaurare le condizioni ambientali ad un livello che sia persino migliore di quanto era prima che le attività estrattive arrivassero nell’area.

Come spesso accade, nel tentativo di adattamento di una strategia da un luogo ad un altro bisogna cambiare i metodi specifici, pur nel contesto della stessa strategia.

Un esercizio che può apparire complesso (e lo è in molti casi), ma che vale la pena affrontare.

Se dalle rerre rare in Cina possono nascere nuovi campi agricoli, le possibilità sono davvero molte.