Gli oli essenziali sono tra i prodotti più diffusi ed utili per vari scopi e, tra questi, quello di lavanda è certamente uno dei più apprezzati.
Tuttavia, questa importante pianta floreale permette di aggiungere un’ulteriore “arma biologica” per contrastare l’inquinamento ambientale.
In particolare, si tratta di intervenire in un caso di doppia contaminazione: ci sono quindi elementi naturali attivi per la contaminazione singola, quella multi-metallica ed anche “bi-metallica”.
Una capacità di questo tipo va quindi sfruttata al meglio nelle zone dove il problema si presenta: una caso specifico, ma sorprendentemente diffuso.
Per garantire il maggior successo di molte soluzioni naturali per l’ambiente, spesso è necessario fare delle piccole “aggiunte” agli elementi impiegati per svolgere il lavoro.
Andiamo quindi a scoprire cosa la lavanda può fare e come aiutarla ad ottenere il risultato migliore.
Lavanda Oltre Gli Oli Essenziali
Se volessimo fare un parallelismo un pò azzardato, ma suggestivo, potremmo dire che la lavanda fa anche da “olio essenziale per l’ambiente“.
Questo per affermare che la pianta non è soltanto utile per i comuni scopi cui è destinata, ma ha anche una buona capacità di proteggere il suolo dalla presenza di inquinamento metallico.
Come già abbiamo scoperto per altri casi, tra cui quelli più eclatanti sono probabilmente quelli del cumino nero, ma anche della curcuma, l’utilizzo prevalente in forma di olio essenziale riguarda la protezione dello stato di salute.
Aumentano quindi i casi di piante/vegetali in grado di accoppiare le proprietà benefiche per la salute e quelle per il contrasto dell’inquinamento.
Un binomio da tenere sempre in alta considerazione, perché completa l’azione di protezione e rende gli elementi naturali in grado di realizzarla sempre più “essenziali” per la qualità di vita sul pianeta.
La Lavanda Non Agisce Da Sola
In realtà, il fatto che la lavanda sia un buon estrattore di metalli dal suolo contaminato non è una conoscenza acquisita da poco.
Infatti, essa parte delle piante che più sono state osservate per le loro capacità di sopravvivenza in zone a rischio.
Questo soprattutto perché ha un grande valore commerciale e ci sono alcune zone geografiche (pensiamo ad esempio alla Provenza francese) che sono diventate famose nel mondo proprio per i campi di lavanda.
E’ lecito immaginare che i coltivatori e gli scienziati abbianos empre dato grande attenzione alle possibilità di aiutare la pianta a sopravvivere anche in condizioni difficili, per evitare di compromettere i raccolti.
A tale scopo, un grande aiuto alla lavanda viene dato alla inoculazione con funghi micorrizici.
Grazie alla presenza di tali funghi (ed uno in particolare), la pianta riesce non soltanto a vivere meglio in presenza di metalli, ma dimostra una importante attività di assorbimento.
Il Fungo Che Aiuta La Lavanda
Si chiama Funneliformis mosseae e viene utilizzato spesso anche per altri scopi, sempre comunque di miglioramento della qualità di vita delle piante.
Ha un’azione benefica in generale ed è stato proposto anche per la lavanda con l’obiettivo di verificare due importanti conseguenze.
Prima di tutto, la possibilità che a seguito dell’inoculazione del fungo la lavanda possa aumentare l’assorbimento diretto di due metalli pesanti presenti al suolo.
In seconda battuta, la possibilità che una volta assorbiti all’interno della pianta, i due metalli non esercitino un’azione eccessivamente tossica, da compromettere la vitalità della lavanda.
Entrambe queste proprietà sono essenziali per continuare ad esercitare una benefica azione seul territorio.
Senza contare la possibilità di valorizzare commercialmente la lavanda nonostante la crescita su suolo contaminato.
Il Contesto Ambientale Su Cui Coltivare La Lavanda
Ci sono due metalli su cui la lavanda può avere un’ottima azione.
Si tratta del piombo e del nickel, che possono presentarsi insieme soprattutto in presenza di attività industriali pesanti, estrazioni minerarie ed altri contesti specifici.
La loro combinazione è particolarmente pericolosa, soprattutto quando si trovano in vicinanza di aree abitate: i metalli possono infatti sfruttare corsi d’acqua o anche muoversi al suolo per estendere la contaminazione.
Come spesso accade, è importante conoscere a quali concentrazioni di entrambi questi metalli la lavanda puà funzionare bene.
Pertanto, la pianta è stata testata in un range che va da 150 a 225 mg/Kg nel caso del piombo, mentre per il nickel la concentrazione testata varia da 220 a 330 mg/Kg.
In entrambi i casi, è stato poi inoculato il fungo micorrizico, per garantire la massima efficacia di assorbimento.
L’Assorbimento Dei Metalli Da Parte Della Pianta
Le evidenze hanno dimostrato che l’aggiunta del fungo consente un maggiore accumulo sia di piombo che di nickel all’interno della pianta di lavanda.
Tale accumulo avviene tanto a livello delle radici quanto nella parti più alte della pianta.
Questo fa capire che non solo c’è un buon assorbimento diretto, ma anche la capacità di traslocazione (vale a dire il trasporto dei metalli verso le parti più alte della pianta) è molto buona.
Senza entrare nei dettagli, possiamo aggiungere che ci sono vari parametri in grado di influenzare l’assorbimento, ma anche la detossificazione dei metalli una volta assorbiti.
Ad esempio, una delle conseguenze più importanti dell’inoculazione del fungo è l’incremento della produzione degli enzimi antiossidanti da parte della lavanda.
Questa azione è essenziale proprio per ridurre l’effetto di danno diretto esercitato dai metalli una volta assorbiti.
Il Ruolo E La Produzione Degli Oli Essenziali
Interessante notare che, nonostante l’assorbimento dei due metalli tossici, la lavanda continua a produrre una buona quota di principi attivi benefici.
Si tratta dei principi attivi che più sono responsabili dell’azione benefica degli oli essenziali: in particolare, ce ne sono due di grande interesse.
Sono il borneolo e l’1,8-cineolo.
Il primo è un terpene di grande importanza per la medicina tradizionale ed è contenuto (tra le altre) anche nella pianta di Cannabis.
Il secondo è più noto con il nome di eucaliptolo ed è una molecola molto preziosa per i suoi effetti di supporto alla salute.
La pianta di lavanda dimsotra di poter produrre entrambe le molecole sebbene in presenza di metalli assorbiti.
Un grande successo anche per le implicazioni commerciali che questo può avere.
Un Doppio Beneficio Grazie All’Inoculazione Del Fungo
A seguito della inoculazione di questo fungo micorrizico, la pianta di lavanda produce una buona quantità sia di borneolo che di 1,8-cineolo.
In particolare, la massima produzione di borneolo arriva a 28.91% quando la concentrazione iniziale di piombo è di 150 mg/Kg.
Per quanto riguarda l’1,8-cineolo, si ha una produzione del 12.75%, sempre in presenza di una concentrazione di piombo al suolo fino a 150 mg/Kg.
Come si nota, è principalmente il piombo a determinare il successo o l’insuccesso dell’intervento ambientale in questi casi.
In assenza di inoculazione del microorganismo, la lavanda dimostra di saper produrre comunque il borneolo, anche se in quantità molto inferiore (15.8%).
La possibilità di produrre queste due molecole così rilevanti ai fini degli oli essenziali determina un doppio vantaggio.
Il Valore Ambientale E Commerciale Della Lavanda
Uno dei limiti per l’applicazione di molte soluzioni naturali per ambiente e clima riguarda la necessità di dover scegliere se indirizzarli al risanamento ambientale oppure alla produttività.
La migliore condizione è quella in cui l’azione ambientale si accompagna alla conservazione delle proprietà che conferiscono un importante valore commerciale.
E’ proprio questo il caso per la lavanda, che nonostante la presenza di piombo e nickel al suolo, riesce a restituire molecole essenziali per la sua valorizzazione commerciale.
In pratica, è possibile piantare la lavanda anche in presenza di questa particolare doppia contaminazione metallica, senza comprometterne la possibilità di esprimere sostanze utili.
Un valore aggiunto da conoscere e sfruttare al massimo, perché rende possibile una doppia azione allo stesso tempo: decontaminare il suolo e produrre guadagni.
Ecco perché sono in corso studi per amplificare le applicazioni della pianta di lavanda, in presenza di altri metalli e/o in combinazione con altri elementi simbionti (microorganismi diversi dal fungo micorrizico qui presentato).
Nel prossimo futuro ci si può attendere qualcosa di ancora più interessante.
Conclusioni
La piantumazione della lavanda non è soltanto utile sul piano commerciale, perché questa pianta può essere molto importante per il risanamento del suolo.
In particolare, ciò accade quando sono contemporaneamente presenti il piombo ed il nickel.
Tuttavia, è il piombo ad essere più determinante circa l’effettiva riuscita di questa misura di intervento ambientale.
Un esempio molto interessante che merita di essere conosciuto, in quanto emblema della possibilità di accompagnare il risanamento ambientale con il valore commerciale.
Senza contare il valore dato all’ottimizzazione dello spazio e del tempo, sempre più cruciale in ottica di riduzione di terre disponibili alla coltivazione.
Si tratta di una strategia che può applicarsi anche ad altri elementi naturali, una delle migliori per poter affrontare i rischi della sicurezza agricola del presente e del futuro.