Le piante floreali sono uno strumento potenzialmente decisivo per vincere importanti battaglie ambientali: questo vale anche per la Calendula.
Tuttavia, questa pianta floreale, offre l’occasione per presentare alcune caratteristiche peculiari, di cui va sempre tenuto conto nell’ambito di interventi naturali contro l’inquinamento.
Molto spesso, infatti, abbiamo incontrato piante floreali utilissime per risanare l’ambiente: si trattava però di un’azione piuttosto diffusa, valida per intervenire su più inquinanti insieme.
Del resto, la contaminazione multipla è il vero problema di oggi ed ancora lo sarà in futuro (anzi, sempre di più).
Nel caso di questa pianta, al cotnrario, stiamo per conoscere un’azione altamente specialistica, nei confronti di un solo inquinante.
Proprietà comunque importante, anzi in alcuni casi addirittura essenziale, se ben inserita nel contesto di una strategia articolata.
Ci sono infatti dei siti, addirittura degli “hotspot” all’interno di siti più grandi, in coincidenza dei quali un inquinante è nettamente prevalente rispetto agli altri.
Avere a disposizione elementi naturali “specializzati” nel contrasto a questi inquinanti è un’opportunità in più, da non sottovalutare.
Calendula Vs Rame: Uno Scenario Particolare
Il ruolo del rame è stato ed è sempre cruciale per l’economia di molti paesi.
Tuttavia, l’impatto ambientale delle attività estrattive ha determinato e continua a determinare importanti rischi diretti ed indiretti per l’ecosistema.
Facebdo riferimento ad alcuni dati riportati da analisti del settore, l’estrazione di rame dovrà aumentare di molto negli anni fino (almeno) al 2030, per soddisfare i bisogni della “transizione ecologica”.
E’ dunque essenziale disporre di soluzioni immediate per limitare il rischio ambientale ed evitare che le aree estrattive del rame possano trasformarsi in lande desolate e/o vere bombe ecologiche.
Proprio in questo contesto, la Calendula offre un’occasione importante.
Grazie alle sue peculiari caratteristiche, infatti, questa pianta floreale ha una capacità molto elevata di assorbire il rame dalle aree inquinate.
Calendula Utile Soprattutto In Presenza Di Elevate Concentrazioni Di Rame
Questo aspetto andrebbe espresso nelle conclusioni, tuttavia è importante conoscerlo subito.
La Calendula funziona meglio, come assorbente per il rame al suolo, quando le concentrazioni sono medio-elevate, rispetto a quando la presenza di rame al suolo è a bassi livelli.
Questo rappresenta un importantissimo vantaggio da sfruttare, proprio in relazione all’andamento in ascesa delle operazioni minerarie.
I parametri che rendono possibile questo sono almeno tre.
Innanzitutto, la crescita aumentata della Calendula quando si trova piantumata in presenza di rame.
Poi, l’attività di fotosintesi ed anche la secrezione di particolari enzimi che favoriscono la sopravvivenza di questa pianta in condizioni anche particolarmente critiche.
Tali enzimi sono la superossido-dismutasi, la catalasi e la glutatione perossidasi.
Nemmeno i migliori “iperaccumulatori” di rame manifestano sempre tali proprietà: il che rende ragione dell’opportunità di usare la Calendula per scopi di risanamento ambientale.
L’Elevato Assorbimento Di Rame Da Parte Della Calendula
A proposito di iperaccumulatori, vale a dire di piante in grado di assorbire una grande quantità di rame, vale quanto segue.
La soglia di assorbimento del rame, perché una pianta possa essere considerata iperaccumulatrice, è di 1000 microgrammi/g.
La Calendula riesce ad andare ben oltre questo livello di assorbimento.
Infatti, si regista un assorbimento fino a 4675 microgrammi/g nelle foglie, mentre l’assorbimento è fino a 3995 microgrammi/g a livello delle radici della pianta.
Di fronte a questi risultati, si capisce come si possa usare la Calendula come un’ottima soluzione nei siti con presenza di rame che può uscire dall’area e contaminare altre zone.
In aggiunta, questa pianta presenta altre caratteristiche degne di nota, ai fini della sua efficacia in questo particolare contesto ambientale.
Le Altre Ragioni Della Tolleranza Al Rame
Indipendentemente dalla dose (concentrazione) di partenza per il rame al suolo, le radici della Calendula hanno dimostrato di avere un’ottima tolleranza.
Questo significa che nonostante la presenza del rame al suolo, fino anche ad elevate concentrazioni, le piante non mostrano segni di sofferenza.
Il che è ottimo, perché consente alla Calendula di continuare ad esercitare la sua azione di senza rallentamenti dovuti al continuo assorbimento del rame tramite le radici.
C’è poi da considerare anche il coefficiente di estrazione, superiore ad 1, che indica l’efficacia della Calendula nella rimozione del rame dal suolo.
Allo stesso modo anche il coefficiente di traslocazione (trasporto dalle radici alle parti alte), è maggiore di 1.
Con queste risultanze, la pianta dimostra la capacità di essere un assorbente continuo per il rame, così determinando un’azione incisiva di risanamento.
Gli Scenari Di Azione Per La Calendula
Il vero vantaggio di usare questa pianta floreale per scopi ambientali in presenza di rame, riguarda la possibilità di intervenire in aree ad elevata contaminazione.
La Calendula, infatti, ha un range “ottimale” di funzionamento per l’assorbimento del rame che varia da 150 fino a 400 mg/Kg.
Importante notare che si può utilizzare questa pianta anche in contesti peggiori, tuttavia fino ai 400 mg/Kg non appaiono segni di sofferenza visibili.
Quando la concentrazione è “bassa”, vale a dire 150 mg/Kg, si nota un aumento della fioritura, il che significa che la Calendula arriva addirittura a “beneficiare” della presenza del rame in tali concentrazioni al suolo.
La biomassa delle radici e delle parti alte, ma anche la lunghezza delle stesse radici, così come il contenuto in proteine solubili delle foglie, tendono a rimanere incece invariati.
Una stabilità e vitalità che rendono la Calendula ideale per intervenire.
I Parametri Che Più Sono Affetti Dall’Assorbimento Del Rame
A scopo di completezza, va aggiunto che ci sono alcuni parametri influenzati dalla presenza sempre maggiore del rame all’interno della pianta.
Il contenuto di clorofilla e di carotenoidi, ad esempio, diminuisce progressivamente.
La perossidazione lipidica, al contrario, aumenta: questo accade in presenza di tutte le dosi di rame al suolo, anche se, almeno fino ai 400 mg/Kg, non si osservano segnali di sofferenza macroscopici.
Per fare fronte a questa situazione, la Calendula aumenta la produzione di enzimi antiossidanti, al fine di neutralizzare i radicali liberi che si elevano come effetto dello stress esercitato dal rame.
Questi sono dettagli, ma rendono bene l’idea della capacità notevoli della pianta di mantenere la propria vitalità e funzionalità in contesti di elevata contaminazione.
Le Caratteristiche Dell’Assorbimento
La pianta dà il suo meglio in presenza di concentrazioni di rame al suolo che si aggirano intorno ai 300 mg/Kg.
Quando le concentrazioni di rame sono di 400 mg/Kg, l’assorbimento maggiore si concentra a livello delle radici, mentre in tutti gli altri casi sono le foglie a fare da “serbatoio di accumulo” principale per il rame accumulato.
Proprio intorno a concentrazioni di 300 mg/Kg avviene il massimo livello di assorbimento indicato in precedenza, che eccede i 4000 microgrammi/g nelle foglie e quasi li raggiunge nelle radici.
La Calendula deve essere quindi considerata un ottimo iperaccumulatore di rame, da usare come si trattasse di uno strumento “specialista” in presenza di un metallo cruciale per l’economia di molti paesi.
Senza contare il “trend” in ascesa delle operazioni di estrazione, di fronte al quale dobbiamo disporre di soluzioni naturali, integrate con la biodiversità e, soprattutto in grado di agire da subito.
Nel modo più efficace possibile.
Conclusioni
Il caso della Calendula apre le frontiere ad un utilizzo sempre più mirato ed altamente selezionato delle piante (floreali e non) in ottica di risanamento ambientale.
A differenza del “solito” approccio, secondo il quale basterebbe piantumare specie qualsiasi, senza effettuare ricerche prima sulle reali capacità di riduzione dell’inquinamento ambientale.
Le cose sono più complicate di quanto possa sembrare ed anche le soluzioni naturali devono saper rispondere alle peculiari esigenze dei nostri tempi (e del futuro).
In assenza di una perfetta integrazione di soluzioni basate sulla natura per risolvere questioni strategiche (come l’incremento delle emissioni dovute all’estrazione del rame), la stessa “transizione ecologica” rischia di essere ben poco “green” e molto “brown”.
Adesso è il momento di porre le basi di una strategia complessa ed articolata per evitare che i rischi, già noti, possano peggiorare nel prossimo futuro.