Un tempo come oggi è l’energia nucleare, per alcuni pulita e rinnovabile: ma come sono queste centrali nucleari di ultima generazione?
Ci sono molte cose che rientrano nel processo decisionale per la scelta di una strategia energetica, persino di più quando questa fonte è decisamente controversa: il caso dell’energia nucleare è, tra questi, senza dubbio il più emblematico.
Da una parte perché già in ben due occasioni i cittadini in Italia si sono espressi a sfavore di questa scelta: ad onor del vero, il tempismo dei referendum è stato a dir poco “inopportuno”.
Far esprimere gli italiani poco tempo dopo il disastro di Chernobyl ed addirittura pochi mesi dopo l’altro disastro di Fukushima è stato decisamente sfavorevole per le poche opportunità del nucleare di ritornare ad essere protagonista.
Tuttavia, dobbiamo dirlo senza nessun condizionamento esterno, le “barricate” o “barriere ideologiche” che si sono erette tanto dall’una quanto dall’altra parte hanno escluso le cose più importanti.
Si tratta delle nozioni scientifiche e soprattutto le soluzioni che possono permettere di convivere molto più serenamente con questa ingombrante forma di energia (ingombrante solo in termini metaforici, non spaziali).
Andiamo quindi alla scoperta non tanto delle ragioni dell’uno e dell’altro fronte, quanto di cosa la scienza e la natura ci mettono a disposizione per vivere bene in questo possibile scenario.
Sceglierlo oppure no sarà, come sempre, questione di strategia e di condivisione per un comune obiettivo.
Energia Nucleare: Un Dibattito Lungo Decenni
Fino al 1986, nonostante si tratti di una forma di energia da sempre controversa, la società civile ha dimostrato di saper convivere con la presenza delle centrali nucleari.
Inoltre per tutto il tempo della guerra fredda la presenza del nucleare ha avuto un potente effetto di “deterrenza” al fine di evitare lo scoppio di una nuova guerra.
In molti paesi del mondo l’attività delle centrali è continuata e, ai nostri giorni, il dibattito si è riacceso per questioni di autosufficienza energetica.
Spiace constatare che, nonostante gli incidenti di Chernobyl e Fukushima (che sono solo i più noti, ma altri meno “visibili” sarebbero da citare), così come la possibilità di pianificare in modo davvero sostenibile un futuro energetico condiviso (a partire dalle comunità energetiche), si continui ancora con la contrapposizione di barriere ideologiche da una parte e dall’altra.
Ancora una volta, infatti, siamo qui a cercare del ragioni del si e quelle del no, adducendo da un lato la motivazione di una “energia nucleare pulita e sicura” (azzardo non scientifico) oppure di scenari apocalittici di tipo Armageddon per esplosioni di immane portata (scenario evidentemente forzato).
Il dibattito sull’energia nucleare, come del resto tutti i dibattiti in materia di ambiente, clima, energia e salute pubblica, non deve affatto vertere sul “si” o sul “no”.
E’ solo il “come” che conta davvero.
Tutto il resto verrà di conseguenza.
Energia Nucleare: Pro e Contro
Tra i vantaggi dell’energia nucleare sicuramente ricordiamo i seguenti:
- bassi costi operativi
- generazione di bassi livelli di inquinamento
- definita ed affidabile fonte di energia
- notevole resa energetica
- energia ad alta densità
Questi vantaggi sono decisamente allettanti in momenti difficili per l’approvvigionamento energetico.
In particolare, la resa energetica ed i bassi livelli di inquinamento nell’intorno (che comunque non sono uguali a zero, per essere precisi) rappresentano un deciso vantaggio complessivo per la scelta del nucleare.
Tuttavia, come da sempre la Fabbrica invita a considerare, la decisione finale deve basarsi sul bilancio tra i fattori positivi, elencati sopra e quelli invece negativi, elencato sitto:
- rischio ipotetico di incidenti
- elevato consumo di acqua
- presenza di rifiuti radioattivi
- non è fonte di energia rinnovabile
- inquinamento da radionuclidi
Senza volerlo fare apposta, abbiamo elencato 5 vantaggi e 5 svantaggi.
Il Bilancio Tra Vantaggi E Svantaggi
Per questi ultimi, dobbiamo prestare particolare attenzione all’ingente consumo di acqua, che nel momento storico di cambiamenti climatici che stiamo vivendo, soprattutto laddove la siccità colpisce duramente, potrà determinare un “dilemma etico” di non secondaria importanza.
Come vedremo alla fine di questa nostra analisi, le centrali di quarta generazione potranno aiutare nella risuluzione del problema dovuto alla presenza di rifiuti radioattivi (perché ne producono una minore quantità).
Un discorso a parte merita la questione dell’energia nucleare rinnovabile e sostenibile.
Energia Nucleare è Rinnovabile?
L’energia nucleare è rinnovabile e sostenibile solo in un caso ideale (che vedremo nel prossimo paragrafo).
Partiamo dal presupposto che, a proposito di energia, non sempre i termini “rinnovabile” e “sostenibile” coincidono.
Infatti, la rinnovabilità intende esclusivamente che vi sia la possibilità di approvvigionamento praticamente sempre
La sostenibilità implica che, affinché si mantenga la rinnovabilità, le risorse non siano sfruttate troppo velocemente, così da arrivare ad esaurirle.
Ecco perché, come diceva già anni fa il Prof. Jeremy Rifkin, non dobbiamo sfruttare le risorse, bensì i “cicli naturali delle risorse“.
L’uranio, perno dell’industria del nucleare, ne è un ottimo esempio: poichè quello estratto è continuamente rimpiazzato grazie a specifici processi geologici, è teoricamente possibile ipotizzare di averne sempre a disposizione, un pò come accade per il sole.
Tuttavia, una volta utilizzato è perso per sempre, quindi il ritmo con cui lo si utilizza è molto importante: infatti, se ne sfruttassimo “troppo” e troppo in fretta, non permetteremmo a questi processi di rimpiazzarlo adeguatamente ed avremmo una scarsità della risorsa.
Centrali Nucleari: Verso Il Futuro
In questo senso, le centrali di quarta generazione determinano un vantaggio, perché necessitano di minore quantità di combustibile per funzionare al meglio.
La prospettiva per il futuro, comunque, è quella di arrivare ad una totale sostenibilità e ad una sorta di energia nucleare rinnovabile sfruttando l’acqua del mare.
Nel caso sfruttassimo l’uranio presente nell’acqua di mare, pur se si trova in piccole quantità, potremmo arrivare ad ottenere una risorsa davvero sostenibile.
Infatti, mai potremmo consumarne più di quanta si “produce”. Inoltre, essa si rinnova continuamente grazie alle reazioni chimiche che avvengono continuamente tra l’acqua e le rocce della crosta terrestre.
Quando si raggiungerà la convenienza economica per l’estrazione dell’uranio dall’acqua di mare si potrà dare vita ad un filone imprenditoriale di successo. Basterà solo sfruttare le soluzioni che già sono presenti e che molta parte del mondo scientifico sta continuamente perfezionando.
Quello che conta, tuttavia, è che sul piano ambientale sempre si tratta di rapportarsi con dei radioattivi. Quindi, avere dei piani speciali di difesa ed “immunizzazione” ambientale nelle zone soggette al rischio potenziale non è derogabile, qualunque sia la fonte da cui arriva l’uranio.
Anche l’ipotetico caso di una energia nucleare rinnovabile non esenta dalla presenza di questi piani.
Centrali Nucleari: Emissioni
Spediamo qualche momento sulla questione delle emissioni teoricamente possibili da una centrale nucleare.
E’ un tema sottistimato, perché decisamente “scomodo”, ma la Fabbrica non teme di essere impopolare.
Anzi, abbiamo sempre ritenuto che affrontare i “demoni” di un argomento fastidioso serva a dare validazione scientifica alle proprie posizioni.
Seguendo alcune esperienze recenti che riguardano osservazioni e campionamenti di anni, si è potuto notare che esiste una variabilità stagionale nella distribuzione dei radioattivi eventualmente emessi da una centrale nucleare.
In aria, elementi come il radiocesio 137 sono quasi del tutto assenti in condizioni normali.
Questo è decisamente confortante, anche sulla base di quanto osserveremo tra poco per Fukushima (dove l’esposizione inalatoria al radiocesio 137 è oggi trascurabile).
Oltre Il Cesio, L’Inquinamento Radioattivo Da Non Sottovalutare
Un caso interessante è quello di un altro elemento, in particolare il trizio.
Infatti, si è notato che fino al 30% circa del trizio eventualmente emesso dalla centrale viene portato via dal suolo grazie all’azione delle piogge: il fenomeno è attivo entro un raggio di circa 30 km dalla centrale stessa.
Sempre il trizio, una volta che si deposita sui tereni agricoli, si comporta in modo piuttosto variabile e può entrare o meno in profondità a seconda che il campo sia al momento coltivato oppure no.
Questo è molto importante per due ragioni:
Una occasione da non perdere, perché si tratta di fare vera prevenzione.
Questo anche qualora non si verificasse nulla, a totale garanzia e sicurezza della popolazione e della tranquillità della centrale stessa.
Energia Nucleare: Chernobyl
A questo punto della storia, sarebbe inopportuno tornare a ripetere cosa abbia significato per l’umanità il disastro di Chernobyl.
Molto più interessante andare a raccogliere informazioni su come sia la situazione oggi, per comprendere il rischio e per scongiurare fatti simili per il futuro.
Un esempio illustrativo della situazione è che, a distanza di molti anni, il percorso seguito del radiocesio 137 è ancora rilevabile nei sedimenti marini del mare di Botnia.
In pratica, ogni anno il livello di sedimentazione (di deposito) del radiocesio 137 dopo l’incidente di Chernobyl è stato di circa mezzo cm all’anno.
Il che significa che, come accaduto poi anche a Fukushima, l’inquinamento radioattivo si muove e va controllato con una specifica barriera che non può considerare solo i limiti dello stabilimento.
Elementi Naturali Come Alleati Contro Il Rischio Nucleare
Per dare una ulteriore idea delle possibilità di azione e controllo, ricordiamo che già negli anni 90 si utilizzarono le mutazioni genetiche delle piante come bio-indicatori per la diffusione del rischio radioattivo.
Senza contare che poi, proprio nel reattore 4 che è stato l’epicentro del disastro, si sono trovati microrganismi in grado di adattarsi alla radioattività. Lo stesso è accaduto per la zona di esclusione immediatamente nelle vicinanze.
Tutto questo, se da un lato potrebbe spaventare, dall’altro rappresenta la base essenziale per un piano di difesa.
Un piano che, se ben realizzato e ben al di fuori del raggio d’azione delle aziende, va diretto verso il raggiungimento di quella “sicurezza” che i cittadini di tutto il mondo chiedono a gran voce.
Energia Nucleare: Giappone
Quanto abbiamo detto per Chernobyl, potrebbe essere ben adattato anche per il caso di Fukushima.
A seguito dell’incidente, si è liberata una quantità ingente di radiocesio 137.
A distanza di oltre 10 anni, l’80% della quantità liberatasi è ancora in circolazione. Le misure messe in atto in Giappone hanno consentito di proteggere in modo comunque abbastanza soddisfacente la popolazione.
Infatti, buona parte del radiocesio 137 non viene ad oggi in diretto contatto con la popolazione.
L’inalazione non è più un fattore di rischio e soprattutto l’agricoltura è riuscita a sfuggire ai rischi più pericolosi, attraverso una riduzione delle irrigazioni, l’uso del potassio e la decontaminazione (anche naturale) del suolo.
Questo vuol dire che, persino dopo un evento così catastrofico che ha causato danni ingenti, in presenza di un determinato piano di difesa che prenda in considerazione tutte le possibili conseguenze i danni sarebbero ben minori.
E del tutto accettabili, in assenza di incidenti di queste proporzioni.
Centrali Nucleari Ucraina
Il verificarsi del conflitto russo-ucraino ha determinato un’ondata di preoccupazione per quanto potrebbe accadere alle centrali nucleari del paese.
Ovviamente non possiamo dire che cosa potrebbe essere o cosa potrebbe verificarsi. Molto dipende infatti dal tipo di evento.
Anche ipotizzando perdite, esplosioni o situazioni di rischio radioattivo, abbiamo la possibilità di fare prevenzione.
Questo è importante e deve essere fatto subito, non solo per la questione ucraina.
E’ essenziale avere un “piano di difesa” basato su elementi naturali. Insieme ad esso, uno di “immunizzazione ambientale” per far fronte a rischi che non dipendono dalla nostra volontà e che ci riguardano comunque.
Gli effetti di un danno alle centrali nucleari dell’Ucraina riguardano tutta Europa.
Quindi, si capisce bene come non si possa e non si debba limitare il dibattito al “caso nostrano”.
Anche i sostenitori dell’energia nucleare pulita converrano col ritenere che un’esplosione non sarebbe sicuramente una cosa “green”.
Lo stesso vale anche per una del tutto eventuale energia nucleare rinnovabile del futuro.
La cosa che conta è essere protetti da tutti i rischi possibili in materia di energia nucleare.
L’inquinamento radioattivo, più di altri, non conosce confini.
Energia Nucleare: Riassunto
In definitiva, come funziona una centrale nucleare?
Da un punto di vista prettamente tecnico, il processo è abbastanza semplice e questo è il motivo dei bassi costi operativi.
In sintesi, la fissione scinde gli atomi di uranio, con produzione di calore.
Questo calore genera vapore che a sua volta fa girare una turbina.
Le centrali nucleari sono famose soprattutto per la presenza delle torri di raffreddamento. Esse sono necessarie per gestire grandi quantità di acqua necessaria al raffreddamento degli impianti.
Qui sotto, un’immagine raffigura schematicamente quanto descritto.
Energia Nucleare: Schema
L’uranio è posto all’interno di un “contenitore” in prossimità di appositi generatori di vapore.
Il vapore è generato per effetto del notevole riscaldamento dovuto alla fissione nucleare, così da determinare una importante pressione per far girare la turbina.
In seguito, un generatore ed un trasformatore sono posti in serie per rendere disponibile l’energia alla distribuzione nella rete elettrica.
Potremmo parlare di “energia nucleare pulita” nel caso non vi fosse uranio, ma si tratterebbe in quel caso di altro.
Varia la fonte energetica, ma il principio è identico a quanto accade, ad esempio, nelle centrali a carbone.
Come notiamo sulla destra dell’immagine, le torri di raffreddamento sono essenziali per permettere l’accesso alla maggiore quantità possibile di acqua che raffredda la turbina.
Successivamente, il vapore si disperde nell’atmosfera.
Energia Nucleare Pulita
Possiamo assumere l’energia nucleare pulita, se il nostro riferimento è esclusivamente alle emissioni che in qualche misura favoriscono il cambiamento climatico.
In un ipotetico futuro totalmente decarbonizzato, l’energia nucleare recita certamente la parte del leone.
Altra cosa è ritenere l’energia nucleare pulita in senso “assoluto”, perché dobbiamo considerare due aspetti rilevanti ai fini del bilancio ambientale:
- non possiamo ritenere la filiera (intera) dell’energia nucleare come totalmente priva di emissioni, perché l’estrazione della risorsa, la costruzione della componentistica e lo smaltimento delle scorie determinano problemi di varia entità
- non possiamo omettere la possibilità che anche dallo stesso stabilimento produttivo “scappino” inquinanti chimici e/o radiologici che vengono poi a depositarsi in certa misura nell’ambiente
La dicitura esatta riferita al nucleare nel suo complesso (filiera intera) è da ritenersi come segue.
Il nucleare non è “completamente pulito” ma certo può essere “più pulito” nei rispetti del possibile impatto sulle aree circostanti.
Come “Ripulire” L’Energia Nucleare?
Questo risultato può essere ottenuto già oggi, con l’adozione delle soluzioni naturali per una “difesa aumentata” nelle zone circostanti.
Un ulteriore “rinforzo” a garanzia ulteriore della “pulizia” e qualità ambientale è dato dalla presenza di un piano di “immunizzazione ambientale”.
Esso rende il territorio (potenzialmente oggetto di ricaduta di “micro” inquinamento), in grado di arrestare tutto autonomamente e con efficacia, per un tempo lungo.
Quindi, in presenza di centrali nucleari di ultima generazione, la convivenza è possibile.
Anche nell’ottica di una non rinuncia alla qualità ambientale migliore possibile per il luogo ove una centrale va a localizzarsi.
Quindi non è proprio il caso di alzare barricate ideologiche. Allo stesso modo, bisogna essere scientificamente onesti ed ammettere che il rischio zero non esiste.
Lo stesso vale per ogni altra forma di energia.
L’energia nucleare pulita è un obiettivo ideale.
L’obiettivo unico deve essere quello di rendere tale rischio accettabile, tanto più che questo risultato può essere ottenuto da subito.
Energia Nucleare: Fusione
Se ne parla sempre, anche se spesso in modo controverso.
E’ una possibilità per rendere l’energia nucleare rinnovabile, in certo senso.
In termini pratici, si tratta di creare energia non dalla fissione (quindi dalla divisione) ma dall’unione (appunto, fusione) di nuclei di atomi.
L’immagine postata appena sopra schematizza il processo.
Una volta generato il calore, il processo continua come abbiamo già visto a proposito della fissione.
Tale energia determina infatti la produzione di vapore, che fa girare la turbina e così via.
Purtroppo, ad oggi, la ricerca è ancora in una fase tale da non consentire l’applicazione pratica.
Questa forma di energia potrebbe essere utile ma non prima della seconda metà del XXI° secolo.
Certamente non c’è possibilità di usare questa energia per ovviare al problema climatico in corso, i tempi sono troppo lunghi.
Resta comunque un’opzione di grandissimo interesse per un futuro totalmente decarbonizzato, nell’ottica di quella energia nucleare pulita di cui tanto si parla.
Comunque, le questioni ambientali da affrontare (all’esterno) sono praticamente le stesse osservate a proposito della fissione.
Affrontandole adesso, spianeremo letteralmente la strada anche alla fusione nucleare.
Centrali Nucleari di Quarta Generazione
Il grande vantaggio delle centrali nucleari di ultima generazione è senza dubbio la possibilità di usare meno combustibile per produrre importanti quantità di energia.
Questa è la vera grande “scommessa” che viene lanciata dai sostenitori del “nucleare sostenibile”.
Non è come dire che l’energia nucleare è pulita, con queste centrali, ma il minore sfruttamento delle risorse energetiche permetterà di evitare il rischio che esse vadano ad esaurirsi.
In aggiunta, il più appropriato sfruttamento dei cicli delle risorse potrà rendere l’energia nucleare rinnovabile (quasi).
Svantaggi Delle Centrali Di Ultima Generazione
Tuttavia, anche le centrali nucleari di quarta generazione non sono esenti da svantaggi, quali:
- il consumo di acqua, che deve essere sempre più tenuto in considerazione per il contesto di cambiamenti climatici che sta determinando speciali situazioni di siccità (e quindi problemi di approvvigionamento anche per l’agricoltura)
- la durata dei lavori di costruzione, che a seconda delle fonti di riferimento possiamo trovare stimata a 7-8 fino ai 15-20 anni (indipendentemente dal valore esatto, il concetto da tenere a mente è che non possiamo considerarle come una soluzione nel brevissimo termine)
- il quantitativo di emissioni di CO2 per la costruzione delle centrali nucleari, che è significativamente superiore a quello delle centrali di vecchia generazione per effetto delle norme più stringenti
- la presenza comunque sempre possibile di lievi “sfuggite” di elementi radioattivi nell’intorno, che certo non deve mai essere tralasciata anche qualora poi non si verificasse realmente
Ancora una volta, è importante assumere un atteggiamento prudente.
Questo non vuol dire chiusura, bensì apertura.
Tanto all’adozione di questa forma di energia, quanto soprattutto alle azioni ambientali speciali di protezione della natura e della salute pubblica per le aree interessate.
Conclusioni
Cosa dobbiamo quindi tenere a mente dopo tutta questa analisi?
Alcune cose molto semplici, ma essenziali per non cadere nel tranello delle barricate ideologiche (da una parte e dall’altra).
Queste sono il vero “nemico” da combattere e fanno molti più danni di qualsiasi centrale nucleare:
- anche per per questa forma di energia, il rischio zero non esiste, ma esattamente come per le altre, il rischio accettabile c’è e può essere raggiunto anche adesso
- l’energia nucleare va considerata esattamente “agli antipodi” del gas naturale: quest’ultimo è soluzione di breve periodo da sfruttare nell’immediato, l’energia nucleare è una prospettiva che però necessita di una decisione adesso
- la decarbonizzazione come obiettivo ultimo non deve mai farci dimenticare che esistono tante altre questioni ambientali da affrontare: i radioattivi, variamente rappresentati, anche nelle centrali nucleari di quarta generazione, sono da attenzionare con piani esterni agli impianti la cui responsabilità non può e non deve ricadere sulle aziende stesse
- il cambiamento climatico sta cambiando il profilo ambientale di molte aree, quindi temi quali la disponibilità di acqua per il raffreddamento vanno assolutamente analizzati adesso
- per avere un’energia nucleare rinnovabile o quasi, è necessario spingere al massimo la ricerca scientifica
- l’informazione corretta deve passare alla popolazione per fare in modo che le decisioni siano il più possibile condivise, senza imposizioni
Il nucleare è una scelta, che va fatta con la massima consapevolezza.
Energia nucleare pulita, ma non del tutto, non del tutto sicura e rinnovabile, anche se può esserlo sempre di più.
Per raggiungere lo scopo abbiamo già i mezzi, le strategie e le opportunità.
Adesso ricerchiamo la volontà di fare le cose in modo davvero condiviso e consapevole.
E’ l’ultimo, essenziale, raro e decisivo ingrediente che ancora ci manca.