Spesso, per assorbire l’inquinamento dal suolo, in presenza di metalli pesanti, è utile usare alcuni particolari tipi di fiori (come i gladioli), ma è altrettanto importante aiutarli con speciali elementi aggiuntivi.
Il supporto all’azione di risanamento ambientale è infatti essenziale, in determinate condizioni.
Ad esempio, ci sono aree di territorio dove la mobilità dei metalli è molto bassa e quindi gli organismi vegetali non riescono ad assorbirli.
In questi casi, l’uso di additivi può aumentare la disponibilità dei metalli che vengono capytati meglio ed in maggiore quantità dalle radici delle piante.
In altri casi, avviene l’esatto contrario.
Vale a dire che le piante (inclusi i fiori) possono contribuire a bloccare i metalli al suolo impedendone così il movimento (fitostabilizzazione).
Indipendentemente dalla scelta che si può fare per intervenire in queste situazioni, esistono soluzioni e strategie basate anche su mix di ingredienti ed elementi naturali da considerare sempre.
Il caso di oggi è una sorta di “estremizzazione” del concetto: ci sono infatti ben 4 additivi da usare per trasformare un fiore in ottimo elemento assorbente, sebbene in condizioni normali non lo sia.
Gladioli Nel Gruppo Dei Fiori Usati Per Il Risanamento Ambientale
Il caso dei gladioli consente di ricordare che ci sono tanti casi di fiori applicati per intervenire a livello ambientale, sia per la rimozione che per l’immobilizzazione degli inquinanti (soprattutto metalli) al suolo.
Ricordate ad esempio il caso della zinnia, utilissima in caso di inquinamento petrolchimico, che può assorbire persino gli inquinanti che non entrano in diretto contatto con le sue radici.
Oppure la calla, utile nella rimozione dal suolo degli inquinanti emergenti, come i farmaci, caratteristica che sarà sempre più utile in futuro.
Per rimanere in tema di metalli pesanti, basti ricordare le straordinarie capacità dell’iris giallo, che permette di intervenire sia sul pericoloso cadmio che sull’inquinamento organcico tipico delle acque contaminate.
Come non citare poi, sia la pianta di cumino che l’ibisco rosa, entrambi ottimi aiuti nell’ottica di risanamento in presenza di particolari casi di co-contaminazione?
Ci sono poi fiori utilissimi persino in chiave di protezione della vulnerabilità dai disastri naturali, come la Portulaca grandiflora.
Un fiore che diventa sempre più importante anche come componente dei tetti verdi in rapida espansione come elemento di arredo urbano (anche se sono molto più di questo).
I Gladioli Non Sono A Quel Livello, Ma Possono Arrivarci
Un aspetto importante che riguarda il caso dei gladioli è la loro non eccezionale capacità di risanamento ambientale, se presi tal quali.
Pertanto, al fine di trasformarli in elementi utili per rimuovere una buona parte di inquinamento, vanno aiutati con l’aggiunta di altri elementi.
Si tratta quindi di applicare il principio della “phytobial remediation“, ovvero l’azione congiunta di micorganismi e piante.
Essa risulta molto più efficace rispetto a quella esercitata dalle piante in assenza di microrganismi.
Questa modalità di azione rappresenta una prospettiva molto interessante.
Da un lato, c’è la possibilità di trasformare in ottimi strumenti anti-inquinamento molti fiori che non hanno straordinarie caratteristiche di assorbimento degli inquinanti.
Dall’altro, c’è l’occasione di spingere l’economia circolare grazie all’uso e/o al riciclo di additivi organici che possono essere ottenuti facilmente.
I 4 Additivi Che Aiutano I Gladioli Nell’Azione Contro L’Inquinamento
Da tempo si conoscono le ottime proprietà anti-inquinamento di alcuni additivi e/o prodotti naturali.
Tra questi, certamente si devono citare i seguenti:
- Vermicompost
- Zolfo elementale
- Thiobacillus thiooxidans
- Pseudomonas putida
Il vermicompost non ha bisogno di presentazioni: è infatti una delle migliori “armi biologiche” per combattere varie forme di inquinamento ambientale, anche nei casi più gravi (inclusi i rifiuti tossici, come sarà presentato in storie dedicate).
Lo zolfo elementale è spesso utilizzato per migliorare le capacità di assorbimento di alcuni elementi naturali.
Per quanto riguarda i due microorganismi, il Thiobacillus thiooxidans e lo Pseudomonas putida, si tratta di due tra i più interessanti ed efficaci batteri da impiegare contro l’inquinamento.
Ebbene, tutti e 4 questi “ingredienti” fanno parte della “ricetta” per trasformare i gladioli in ottimi assorbenti contro l’inquinamento.
Il Contesto E’ Essenziale (Come Sempre)
Già da quanto accennato, appare che l’aggiunta al suolo dei 4 elementi naturali sopra indicati conferisce ai gladioli una maggiore capacità di assorbire l’inquinamento.
Tuttavia, come sempre, è necessario conoscere le caratteristiche del suolo dove tale intervento è programmato.
I gladioli, addizionati di questi 4 elementi, possono svolgere un buon lavoro in presenza di un particolare tipo di suolo.
Si tratta del suolo denominato Entisol, caratterizzato da una formazione più recente. Senza riportare dettagli è comunque importante ricordare nei confronti di quale tipologia di suolo questa soluzione può funzionare meglio.
In modo particolare, il migliore contesto è rappresentato da suoli alluvionali che sono naturalmente poveri di zolfo e con un pH che si aggira attorno a valori di 7.6 – 7.8.
Anche il contesto ambientale legato all’inquinamento specifico è molto importante.
Una Soluzione Che Funziona Per Alcuni Metalli
Ancora una volta, l’oggetto dell’azione sono i metalli pesanti.
In questo caso, si tratta di una particolarmente pericolosa co-contaminazione, che vede protagonisti il cadmio ed il piombo.
Entrambi pericolosi sia per l’ecosistema che per l’agricoltura, senza contare ovviamente anche la salute pubblica ed individuale.
Considerando poi che alcuni dei suoli descritti sopra sono aree fertili e destinate alla coltivazione, si capisce come sia necessario proteggere l’area nella modalità più efficace possibile.
L’obiettivo nei confronti di entrambi questi metalli pesanti è l’assorbimento, quindi il fitorisanamento a mezzo di estrazione dal suolo.
Sul piano pratico, la soluzione prevede l’aggiunta di tutti i 4 elementi naturali al suolo e la piantumazione dei gladioli.
Tuttavia, i singoli elementi hanno caratteristiche ed efficacia diverse nella loro azione di supporto.
Un’Azione Variegata Per Un’Efficacia Maggiore
Cominciamo con il vermicompost: la sua aggiunta al suolo dove i gladioli dovranno assorbire i metalli è importante per migliorare i parametri biometrici ed in generale la sopravvivenza dei fiori piantumati.
Il ruolo dello zolfo, invece, si indirizza all’aspetto di assorbimento dei metalli: infatti, con l’aggiunta di questo elemento si rileva una maggiore capacità di bioaccumulo degli inquinanti.
In pratica,a grazie all’intervento del vermicompost la pianta “sta meglio” e grazie a quello dello zolfo, può assorbire di più.
C’è poi l’inoculo dei microorganismi che completa l’opera.
Con l’aggiunta di Thiobacillus thiooxidans e Pseudomonas putida si rileva un aumento della lunghezza delle radici dei gladioli, prima di tutto.
Questo aumenta il potere di penetrazione e quindi amplifica l’assorbimento dei metalli pesanti presenti al suolo.
Non solo: i batateri inoculati hanno effetto anche sull’aumento dell’altezza della pianta ed anche sulla biomassa totale dei gladioli.
Una Ricetta Speciale Per I Gladioli Assorbenti
Se di “ricetta” o di “formula” si tratta, ci sono delle proporzioni da conoscere ed applicare ai fini del migliore risultato.
Nello specifico, sono due gli “ingredienti” di questa “ricetta” che meritano una particolare cura e precisione.
Il primo è il vermicompost: la dose da applicare (consigliata) è di 6 g/Kg.
Il secondo è lo zolfo: la dose da applicare (consigliata) è di 0.5 g/Kg.
Le quantità, in riferimento alla quantità di suolo, è piuttosto basa, il che rende non impossibile l’implementazione della soluzione in tutti i contesti.
Unitamente alle dosi sopra indicate, si deve effettuare un corretto inoculo dei microorganismi.
Entrambi i batteri sono importanti, per cui si consiglia sempre la somministrazione in coppia, quando l’obiettivo dell’azione è potenziare le capacità di assorbimento dei gladioli.
Gladioli Che Assorbono L’Inquinamento: Quanto Sono Efficaci?
Passiamo all’analisi dei risultati di assorbimento dei metalli al suolo, con riferimento al cadmio ed al piombo.
Per quanto riguarda il cadmio, l’assorbimento può variare da 6.45 fino a 6.96 mg/Kg, a seconda del particolare distretto della pianta analizzata.
Per quanto riguarda invece il piombo, l’assorbimento può variare tra 19.9 fino a 22.6 mg/Kg: anche in questo caso la concentrazione del metallo varia in corrispondenza di diverse parti della pianta.
Tutte le prove sul campo che sono state effettuate hanno dimostrato che la mancanza di uno o più elementi naturali di supporto ai gladioli rende l’intero intervento meno efficace.
Pertanto, tutti e 4 necessitano di essere presenti contemporaneamente, al fine di ottenere la massima efficacia possibile in questi contesti.
Una Strategia Floreale Per Un Adattamento Globale
L’aspetto più interessante di questa soluzione riguarda la possibilità di amplificare le possibilità di rimozione del cadmio e del piombo grazie all’uso di un fiore che non è noto per essere un grande iperaccumulatore.
Considerando la gradevolezza estetica dei gladioli, questo approccio consente inoltre di dare una connotazione “florovivaistica” all’intervento di risanamento ambientale.
Un altro aspetto molto significativo riguarda la possibilità di adattare la soluzione ad altri contesti e/o ad altre piante floreali.
Tale prospettiva è ben più che interessante, perché consente di amplificare il potenziale di risanamento anche laddove non sono presenti elementi naturali considerati come “prima scelta” per intervenire.
Senza contare la possibilità di sospingere l’economia circolare del biorisanamento (o, come in questo caso, fitorisanamento), senza bisogno di grandi capitali per cominciare.
I gladioli dimostrano qualcosa di molto importante, che può essere replicato, ma anche migliorato, pure in presenza di altre piante floreali oppure no.
Conclusioni
Utilizzare i gladioli come strumento per rimuovere l’inquinamento è una cosa probabilmente strana per i più.
tuttavia, questa opportunità ci dimostra che si deve sempre ragionare (e sempre di più andrà fatto) fuori dagli schemi, partendo da quello che si ha, senza dover troppo attendere i famigerati “tempi migliori”.
Non c’è tempo migliore di adesso, partendo con ciò che si ha, avendo l’accortezza di migliorare e/o estendere l’azione in un successivo momento.
Le piante floreali possono fare davvero motlo, sia in ambiente urbano che all’esterno.
Non è detto che si debba cercare soltanto tra quelle che assorbono o arrestano meglio gli inquinanti, perché alcune di esse possono essere amplificate nella loro azione.
Interessante poi accennare al fatto che i gladioli aumentano la loro capacità di assorbire cadmio e piombo, senza dover per questo passare attraverso modificazioni genetiche.
Una bella prospettiva, in cui la natura aiuta se stessa ad aiutarci contro l’inquinamento.
In un modo realmente naturale, nel senso più letterale del termine.