Uno dei problemi ambientali più rilevanti con cui dobbiamo sempre fare i conti è la rivegetazione dei siti minerari: a questo scopo i fiori possono essere molto utili e l’ibisco rosa è uno dei migliori su cui si possa contare.
Di fronte a tale problema globale, l’uso di soluzioni naturali ed al 100% ecologiche è molto importante, per almeno due motivi.
Prima di tutto, perché il recupero dei siti minerari deve durare nel tempo ed essere sempre costante.
L’altro motivo riguarda la presenza di numerosi contaminanti ambientali, soprattutto metalli pesanti (e metalloidi), nell’intera area oggetto di interesse.
In questo senso, alcune soluzioni naturali come alcuni tipi di fiori risultano particolarmente utili per entrambi gli scopi.
Il caso dell’ibisco rosa è particolarmente interessante per la sua grande capacità di tollerare diversi metalli, presenti al suolo nello stesso momento.
Questa è solo una delle sue importanti qualità: andiamo a scoprire che cosa questo straordinario fiore è in grado di fare per il risanamento delle aree minerarie non più attive.
Ibisco Rosa Per Ripristinare Le Aree Minerarie Abbandonate
Le attività minerarie sono tra i più importanti contributori alla degradazione del suolo, ma anche all’inquinamento ambientale, a causa della presenza di svariati metalli pesanti.
In questo caso, concentriamo l’attenzione su di un particolare tipo di sito minerario.
Si tratta delle miniere di magnesite che, sebbene non siano particolarmente presenti sul territorio italiano, rappresentano un’importante risorsa in diversi paesi del mondo, a partire dalla Cina.
Laddove questa attività mineraria è particolarmente presente, è essenziale recuperare il suolo una volta terminate le operazioni estrattive.
Cosa Sapere Prima Di Utilizzare l’Ibisco Rosa
Prima di cominciare l’intervento di risanamento ambientale attraverso l’uso di soluzioni naturali per i siti minerari, è importante conoscere le caratteristiche fisiche e chimiche del suolo minerario.
Non entriamo nei dettagli: ciò che conta maggiormente è sapere che, a seguito di dettagliate analisi del suolo, si ottiene un particolare profilo ambientale.
Proprio questo profilo è la base di riferimento per portare la stessa soluzione in aree diverse, che però condividono simili caratteristiche.
L’Ibisco Rosa Non Agisce Da Solo
Per ottenere il meglio da questa soluzione, l’ibisco rosa viene associato ad un particolare microorganismo.
Questo microorganismo si chiama Acidithiobacillus thiooxidans ed ha particolari proprietà che risultano utili proprio nei casi di riduzione dell’inquinamento da metalli pesanti.
Infatti, questo microorganismo ha una elevatissima capacità di tollerare la contaminazione multimetallica.
Si parla di un valore che può arrivare fino ad 800 microgrammi/mL di concentrazione di diversi metalli pesanti considerati insieme.
Questo è un grande vantaggio, perché consente di agire anche su aree che presentano una contaminazione particolarmente complicata.
La Crescita Dei Fiori Sui Siti Contaminati
Questo fiore ha la capacità naturale di crescere anche su siti relativamente contaminati da metalli pesanti.
Tuttavia, l’associazione con l’Acidithiobacillus thiooxidans consente all’ibisco rosa di aumentare notevolmente la sua capacità di tollerare l’inquinamento ambientale.
Questo si traduce in un notevole incremento della sua capacità di assorbimento di determinati metalli.
Su Quali Metalli Funziona Bene l’Ibisco Rosa
Nel caso in oggetto, i metalli che si possono rimuovere con grande efficacia ed efficienza sono:
- Cromo
- Cadmio
- Piombo
- Manganese
La soluzione basata sull’accoppiamento dell’ibisco rosa e di questo particolare microorganismo può anche essere adattata a contesti leggermente diversi dal punto di vista dei metalli che si devono rimuovere.
L’importante, come base sempre valida, è conoscere le condizioni ambientali di partenza.
Aiutare l’Ibisco Rosa A Fare Ancora Meglio
I risultati portati da questa soluzione sono molto buoni e considerati soddisfacenti per il risanamento dell’area.
Tuttavia, è possibile ottenere un risultato ancora migliore aggiungendo un additivo naturale.
Nello specifico, si tratta di aggiungere suolo fertile in particolari proporzioni e mescolarlo all’area oggetto di intervento.
Ci sono due combinazioni possibili, che a seconda dei casi possono restituire risultati molto importanti.
L’Aggiunta Di Suolo Fertile Per Migliorare Il Risultato
È possibile aggiungere suolo fertile e mescolarlo all’area contaminata in percentuale di 80:20 oppure di 60:40.
La quota maggiore è rappresentata dal suolo contaminato, mentre la quota inferiore si riferisce all’aggiunta del suolo fertile che arriva dall’esterno.
Questa pratica è particolarmente suggerita quando, nel contesto della medesima area da decontaminare, si possono identificare degli “hotspot” in cui la contaminazione da metalli pesanti è molto più elevata.
L’Ibisco Rosa Agisce In Tempi Ragionevoli
A seguito della inoculazione del microrganismo, l’ibisco rosa è in grado di aumentare notevolmente la propria tolleranza alla contaminazione da più metalli pesanti presenti nello stesso sito.
Per quanto riguarda le tempistiche di assorbimento di questi metalli, il risultato è decisamente soddisfacente.
Infatti, è possibile arrivare ad un assorbimento quasi completo dei metalli presenti al suolo in una finestra temporale che non eccede i 180 giorni di trattamento.
Le Ragioni Dell’Efficacia Dell’Ibisco Rosa
L’inoculazione dell’Acidithiobacillus thiooxidans ha due effetti importanti sulla pianta dell’ibisco rosa.
Il primo effetto è quello di un significativo aumento delle capacità di crescita del fiore, nonostante esso si trovi a crescere su di un terreno contaminato (spesso molto contaminato) dai metalli pesanti.
Il secondo effetto, persino più importante del precedente ai fini della decontaminazione ambientale, è il deciso aumento delle capacità di estrazione dei metalli dal suolo.
Una Soluzione Che Può Fare Scuola
Quanto abbiamo visto in questo caso specifico è valido in particolare per i siti minerari di magnesite.
Lo schema può essere esportato ad altre situazioni, avendo l’accortezza di misurare accuratamente le condizioni ambientali di partenza.
A seguito di queste misurazioni, si potrà decidere se utilizzare l’ibisco rosa oppure altri fiori che, in quei particolari e determinati casi, potrebbero restituire dei risultati persino migliori.
Anche la scelta del microrganismo può variare, sempre sulla base del contesto ambientale.
Ibisco Rosa Come Base Per La Rivegetazione
Il primo obiettivo di questa soluzione che prevevde l’associazione tra ibisco rosa ed Acidithiobacillus thiooxidans è la rimozione di pericolosi metalli dal suolo delle aree minerarie non più attive (e spesso non controllate, quindi libere di contaminare).
Tuttavia, proprio la presenza dell’ibisco rosa consente di cominciare un’importante opera di recupero e soprattutto di ripristino della natura.
In seguito, quando le condizioni di inquinamento ambientale scendono fino al punto di essere ritenute “trascurabili”, è possibile portare altri elementi naturali che possono rendere la rivegetazione più omogenea ed appropriata dal punto di vista prettamente ecologico.
Ibisco Rosa Come Parte Di Una Strategia Complessa
Gli obiettivi dell’intervento in un’area mineraria non più utilizzata devono essere da un lato il recupero della natura e dall’altro la rimozione dell’inquinamento ambientale.
Questi due obiettivi possono essere raggiunti in diversi momenti, oppure anche in contemporanea.
L’ibisco rosa, in associazione con l’Acidithiobacillus thiooxidans, agisce su più metalli insieme ed impedisce che questi possano continuare ad inquinare il territorio.
A questa azione, potrebbe aggiungersi un effetto barriera determinato da altri elementi naturali.
Si tratterebbe di installare una vera e propria “barriera naturale protettiva” esterna al sito dove agisce l’ibisco rosa.
Così, i metalli “sfuggiti” all’assorbimento potrebbero essere arrestati dalla barriera esterna, a tutela di maggiore garanzia.
Il Grande Vantaggio (Da Sottolineare) Dell’Ibisco Rosa
Si tratta della possibilità di intervenire su diversi metalli allo stesso momento, sequestrandoli ed impedendo che possano raggiungere (per esempio) le acque superficiali che si trovano nell’intorno.
Questa è una cosa molto importante perché, anche se abbandonate, le aree minerarie continuano a rappresentare un’importantissima sorgente virtuale (quindi non visibile) di contaminazione ambientale.
Una sorgente che, cosa persino peggiore, non viene spesso considerata come tale.
Conclusioni
Il recupero delle aree minerarie abbandonate rappresenta una delle sfide più importanti dei nostri tempi.
Questo vale per il passato, perché molte attività minerarie oggi non più attive hanno lasciato un’importante eredità di contaminazione.
Tuttavia, questo vale anche per il presente e soprattutto per il futuro.
Infatti, la ricerca dei metalli rari che sono sempre più cruciali per la transizione ecologica ed energetica, determinerà un rischio molto importante nelle aree di estrazione.
Tale rischio dovrà, successivamente, essere riparato per evitare che gli effetti della cosiddetta transizione ecologica possano rappresentare un danno superiore rispetto al beneficio.
Proprio per evitare questo scenario, è praticamente obbligatorio fare riferimento alle soluzioni naturali per l’ambiente.
Soltanto un approccio totalmente naturale ed al 100% ecologico, infatti può garantire una rivegetazione completa e costante nel tempo.
Questo insieme alla contemporanea scomparsa (o forte ridimensionamento) degli inquinanti ambientali, che continuano imperterriti a creare problemi anche dopo il termine delle operazioni.