Fra le migliori soluzioni naturali a disposizione per contrastare l’inquinamento da pesticidi, sicuramente le microalghe sono una di queste.
In realtà, le microalghe possono essere utilizzate per molti scopi ambientali ed anche energetici.
Tuttavia, come stiamo per vedere, non è sempre necessario dover scegliere se indirizzare una biomassa alla riduzione dell’inquinamento ambientale oppure alla valorizzazione energetica.
Esiste infatti la possibilità di fare entrambe le cose, proprio come nel caso che oggi voglio portare alla vostra attenzione.
Si tratta di intervenire sull’inquinamento da pesticidi grazie all’utilizzo di specifici elementi naturali.
Questa dovrebbe essere l’unica opzione di riferimento, in ottica di transizione ecologica e di sostenibilità anche e soprattutto per l’agricoltura.
Inquinamento Da Pesticidi E Soluzioni Naturali
Contrastare l’inquinamento da pesticidi è un imperativo, considerando gli effetti collaterali che questi composti chimici hanno nei confronti degli ecosistemi.
Ridurre il loro utilizzo è certamente importante: tuttavia, come spesso accade, i loro effetti di danno sono già presenti sul territorio ed una loro riduzione a monte non basta.
Pertanto, devono essere rimossi anche nel caso di una loro completa sostituzione.
In tal caso, le microalghe hanno dimostrato di poter fare un ottimo lavoro.
Senza contare che, una volta svolto il loro compito di isolamento, possono essere indirizzate alla valorizzazione dal punto di vista energetico.
L’Inquinamento Da Pesticidi Non E’ Sempre Uguale
Una delle cose più importanti da considerare quando si studiano delle soluzioni per contrastare l’inquinamento da pesticidi è proprio la necessità di caratterizzare il rischio.
In particolare, ci sono delle soluzioni che possono funzionare bene in alcuni casi ma non altrettanto bene in presenza di contaminanti diversi.
Nel caso in oggetto, si prendono in considerazione tre pesticidi:
- Acetamiprid
- Bentazone
- Propanil
Come stiamo per scoprire, le cose possono variare anche molto da caso a caso.
Una Diversa Efficacia Per Ridurre L’Inquinamento Da Pesticidi
Prima di arrivare alle determinazioni sul campo, la soluzione di oggi è stata testata per più volte in laboratorio.
Ciò che risulta più interessante è la differenza di risultati che si è ottenuta in laboratorio, rispetto al comportamento che si osserva in condizioni reali.
Partendo dall’analisi di laboratorio, si è notato quanto segue.
Con l’utilizzo delle microalghe, il propanil e l’acetamiprid sono stati rimossi completamente dopo sette giorni.
A differenza degli altri, il bentazone non è stato rimosso.
Attenzione Ai Metaboliti
Sempre per quanto riguarda le evidenze di laboratorio, si è notata la formazione di alcuni prodotti di trasformazione o metaboliti.
In particolare si sono trovati quattro metaboliti per il Propanil e due per l’Acetamiprid.
Bisogna sempre prestare la massima attenzione a questi prodotti di trasformazione.
Infatti le microalghe operano un’azione di biodegradazione, il che porta alla formazione di sottoprodotti.
Bisogna assicurare che questi sottoprodotti non siano più tossici del composto originario.
Rimuovere L’Inquinamento Da Pesticidi Direttamente Sul Campo
Dopo queste evidenze di laboratorio, si è deciso di portare la soluzione direttamente sul territorio.
La modalità di applicazione di questa soluzione è particolarmente interessante.
Si tratta infatti di utilizzare un fotobioreattore alimentato a microalghe che ha dimostrato, in diverse altre circostanze, una ottima efficacia per la rimozione dei micro inquinanti.
Infatti, questa soluzione tecnica può trovare svariate applicazioni, sebbene non abbia un impiego specifico (almeno fino ad oggi) nella riduzione dell’inquinamento da pesticidi.
Senza entrare nei dettagli, è comunque interessante scoprire come è fatto questo fotobioreattore.
Lo Strumento Per Rimuovere L’Inquinamento Da Pesticidi
Il fotobioreattore è una struttura tubolare caratterizzata dalla presenza di alcuni tubi posti in serie all’interno dei quali scorre l’acqua contaminata.
Sulla superficie interna di questi tubi ci sono le microalghe che rimangono a contatto con l’acqua contaminata per un determinato periodo di tempo.
Questo periodo di tempo è stabilito a priori sulla base delle evidenze.
L’obiettivo è fare in modo che le microalghe possano sequestrare gli inquinanti nel modo più efficace possibile.
Poiché si trova all’aperto ed è caratterizzato da una struttura semichiusa, il fotobioreattore è esposto agli eventi atmosferici come le piogge, i raggi solari e le variazioni termiche.
Questi eventi hanno pertanto la possibilità di influenzare il lavoro del fotobioreattore in vario modo.
Dettagli Tecnici Sul Fotobioreattore Da Utilizzare
Alcuni dettagli che possono fare la differenza: Il fotobiogratore ha la capacità di lavorare con circa 1000 litri di acqua ed è organizzato in una struttura di otto tubi posti in serie.
I tubi hanno una lunghezza di 7 metri e sono connessi a ciascun lato con due camere di distribuzione dell’acqua.
Una di queste camere ha il compito di mescolare l’acqua e di farla scorrere lungo il fotobioreattore ad una velocità di 0,13 metri al secondo.
L’acqua rimane a contatto con le microalghe per un tempo di 8 giorni.
Sebbene questi possano sembrare dei dati abbastanza tecnici, variando questi parametri è possibile ottenere una diversa efficacia.
I Risultati Ottenuti Sul Campo
Come è facile immaginare, i risultati sul campo sono leggermente diversi da quelli che si osservano in laboratorio.
Questo perché le condizioni ambientali e climatiche giocano sempre un ruolo importante.
Questo è motivo per il quale diventa necessario portare questa soluzione il più diffusamente possibile sul territorio.
Avendo a disposizione un maggior numero di dati e di casistiche reali, non si potrà che migliorare questo approccio con il tempo.
Di seguito i risultati che si possono ottenere.
L’Inquinamento Da Pesticidi Si Riduce In Maniera Importante
In termini numerici, si ha una elevata efficienza di rimozione in modo particolare per il Propanil, che viene rimosso del 99%.
Anche nei confronti dell’Acetamiprid, questa soluzione funziona abbastanza bene: il composto è infatti rimosso del 71%.
Ancora una volta le cose non vanno bene per il bentazone: in questo senso, il comportamento è molto simile a quanto accade per i test in laboratorio.
Pertanto, questa soluzione è caldamente raccomandata in presenza di Propanil ed Acetamiprid ed anche altri composti che si comportano in maniera del tutto simile.
Una Soluzione Più Sicura Per Risolvere L’Inquinamento Da Pesticidi
A differenza di quanto osservato in laboratorio, al termine del trattamento non si rilevano metaboliti del Propanil.
Questo, nonostante vengano comunque prodotti dei metaboliti durante il trattamento, che tuttavia al termine dello stesso non si manifestano.
Tale comportamento è molto importante proprio ai fini della sicurezza di questa soluzione.
Riducendo Infatti il numero di metaboliti si aggiunge una garanzia di sicurezza e di qualità anche per l’acqua risultante.
Rimangono invece alcuni metaboliti dell’Acetamiprid, che comunque non determinano problemi dal punto di vista della tossicità.
Il Bentazone Come Osservato Speciale
Questa soluzione funziona particolarmente bene per Acetamiprid e Propanil, purtroppo però il Bentazone è recalcitrante.
Ecco perché, quando è presente, deve essere contrastato con una soluzione diversa rispetto a quella considerata oggi.
Questo è importante perché definisce la necessità di integrare questa soluzione in un contesto più ampio, in presenza di composti che non rispondono bene a questo trattamento.
Pertanto, ancora una volta, è la strategia che conta più del metodo.
Esistono Infatti diversi soluzioni, soprattutto in termini di assorbimento, per il Bentazone in acqua, che vanno integrate con quella descritta oggi.
Solo così si potrà avere una “protezione totale” nei confronti dell’inquinamento da pesticidi.
La Valorizzazione Energetica Delle Biomasse Risultanti
Ci sono vari dettagli tecnici da considerare quando si recuperano le microalghe per indirizzarle alla valorizzazione energetica.
Indipendentemente da questo, basta ricordare che al termine del lavoro di assorbimento dei pesticidi le microalghe possono essere utilizzate per produrre energia.
Questa non è una cosa sempre scontata, in quanto la presenza di contaminanti, proprio come i pesticidi, può alterare la resa energetica della biomassa.
In questo caso si è osservato che ciò non si verifica, pertanto le microalghe estratte dopo aver assorbito gli inquinanti possono essere valorizzate sul piano energetico ed economico.
Un grande vantaggio che merita di essere sfruttato.
Una Sorta Di Economia Circolare Basata Sulla Riduzione Dell’Inquinamento Da Pesticidi
Le microalghe rappresentano una grande opportunità di economia circolare.
Da un lato, possono rimuovere quasi totalmente alcuni pesticidi dall’ambiente, mentre dall’altro possono essere valorizzate sul piano energetico senza bisogno di trattamenti aggiuntivi.
Si tratta di una opportunità da cogliere e da diffondere sul territorio, proprio a partire dall’agricoltura.
La possibilità di rimuovere direttamente sul posto buona parte dei pesticidi e di utilizzare le microalghe per produrre energia rappresenta un doppio vantaggio.
Ci sono infatti benefici sia sul piano ambientale che su quello economico, a vantaggio di tutte le imprese del settore agricolo che decidono di mettere in pratica questa soluzione.
Conclusioni
Questa è probabilmente una delle migliori soluzioni naturali in grado di coniugare il risanamento ambientale con la convenienza economica.
I fotobioreattori basati su microalghe non sono utili soltanto per l’inquinamento da pesticidi.
Essi possono essere estesi per ampliare il ventaglio di possibilità di intervento ambientale, anche in presenza di molte altre gravi minacce.
Questa soluzione ci insegna qualcosa di molto importante: non tutti gli inquinanti rispondono allo stesso modo.
È dunque importante creare una strategia composta di più soluzioni in grado di risolvere ogni singolo problema.
Inoltre, è importante accelerare la diffusione sul territorio di soluzioni di questo tipo, proprio per avere le casistiche reali di riferimento e poter migliorare di volta in volta.