Isole Di Rifiuti: Quando La Minaccia Si Estende Oltre Il Mare

Come è possibile che, in tema di isole di plastica, la minaccia possa estendersi persino oltre il mare? Il problema delle isole di rifiuti è che, in un modo o nell’altro, una parte delle loro componenti si sposta, raggiungendo luoghi che potrebbero, in alcuni casi, risultare impensabili.

L’articolo di oggi vi porta in un luogo specifico del mondo, l’estuario del fiume Yangtze, in Cina.

La scelta del luogo non è casuale perché proprio in quel luogo si sono formate alcune isole di rifiuti, composte soprattutto da materie plastiche, che hanno dimostrato un comportamento molto interessante.

In tema di inquinamento chimico, infatti, abbiamo considerato nei recenti articoli additivi e sostanze inquinanti come gli stabilizzatori UV e gli antiossidanti.

C’è però un’altra categoria di inquinanti, molto rilevanti, da conoscere e da studiare.

Isole di rifiuti la minaccia si estende oltre il mare

Isole Di Rifiuti: Una Minaccia Totale e Globale

Come osservato in precedenza, le isole di rifiuti di primario interesse sono rappresentate da quelle che hanno un elevanto contenuto di materie plastiche.

Non che altri inquinanti siano meno pericolosi, anzi; è importante considerarle nella loro completezza, tuttavia le plastiche presentano una caratteristica di maggiore preoccupazione.

Si tratta della capacità di veicolare altri inquinanti chimici, ma anche di agganciare e trasportare con loro altri inquinanti eventualmente incontrati durante il “cammino”.

Questo rende le cose molto complicate, se si pensa che tipi diversi di plastica, ma anche lo stesso tipo di plastica di età diverse, possono avere un diverso comportamento.

Ecco perché ogni qualvolta si ha a che fare con isole di rifiuti, è necessario conoscere la componente plastica.

Così facendo, si può avere la migliore idea possibile (comunque approssimata) del tipo di inquinamento chimico che esse portano con loro.

Alcuni prodotti che contengono ftalati
Alcuni prodotti che contengono ftalati – immagine Nonsolobenessere

Ftalati E PBDEs Nelle Isole Di Rifiuti

Quando ci si trova in presenza di isole di plastica, la domanda sorge spontanea: da dove arrivano i rifiuti che la compongono?

L’origine dei prodotti è importante per capire quali inquinanti chimici possono esser epresenti.

In ogni caso, dobbiamo aggiungere alle categorie di additivi incontrati in precedenza anche due altre categorie (almeno).

Si tratta degli Ftalati e dei PBDEs (eteri di difenile polibromurati), ormai nostra “vecchia conoscenza”: la loro presenza ambientale è infatti un “effetto collaterale” delle operazioni di riciclo dei rifiuti elettronici (tra le altre cose).

Effetti sulla salute degli ftalati – immagine Meteoweb

La Capacità Di Movimento Degli Additivi Chimici E’ La Base Di Tutto

Perchè dovremmo occuparci anche di ftalati e PBDEs anche a proposito di isole di plastica?

Semplicemente perché presentano due caratteristiche che li rendono molto pericolosi.

Prima di tutto la capacità di muoversi molto bene a livello ambientale, passando da una matrice all’altra e potendosi depositare al suolo ed in acqua.

L’altra importante caratteristica che li contraddistingue è la capacità di bioaccumulo, quindi di potersi accumulare nell’organismo umano.

Questo rende ragione di essere molto prudenti anche per quanto riguarda i cosiddetti “limiti ambientali”.

Le sostanze che sono in grado di bioaccumularsi, infatti, dovrebbero essere regolamentate sulla base della quantità massima di assunzione considerando anche il bioaccumulo, non la sola concentrazione esterna.

Nei pressi dell’estuario del fiume Yangtze – immagine Xinhua

Il Caso Dell’Estuario Del Fiume Yangtze

Perché considerare proprio il caso dell’estuario di questo grande fiume cinese?

Perché in questo luogo del mondo si è potuta osservare e studiare la presenza di isole di rifiuti formatesi sia a monte (lungo il fuume), sia a valle (nel mare).

Un caso molto interessante ed emblematico, per capire il comportamento delle plastiche e soprattutto il loro contributo alla diffusione dell’inquinamento chimico.

Anche ftalati e PBDEs sono presenti nelle plastiche che compongono le isole di rifiuti
Anche ftalati e PBDEs sono presenti nelle plastiche che compongono le isole di rifiuti – immagine 9News Australia

L’Inquinamento Chimico Delle Isole Di Rifiuti

In questo caso (pubblicazione del 2021), gli ftalati sono risultati molto più presenti dei PBDEs (come è lecito attendersi), data la molta maggiore diffusione di questi composti.

Un aspetto molto interessante è dato dal fatto che, indipendentemente dalla loro origine, ftalati e PBDEs si sono comunque riscontrati sia nei sedimenti che nelle zone umide e paludose della zona.

Questo è rilevante perché indica da un lato che i sedimenti possono essere compromessi direttamente, ma lo stesso vale anche per le zone umide che hanno la possibilità di trasferire questi inquinanti ad organismi vegetali della terraferma.

Fiumi come questo sono una bomba ecologica anche chimica – immagini Forbes

Gli Inquinanti Sono Presenti In Modo Molto Irregolare

Un’altra cosa che ha colpito molto gli studiosi, è data dal fatto che le concentrazioni degli ftalati e dei PBDEs sono molto variabili.

Nel caso delle zone umide limitrofe all’estuario del fiume, gli ftalati sono risultati variare da 26.8 a 4241.8 microgrammi/g, mentre i PBDEs da zero (non rilevabili) fino a 250.1 microgrammi/g.

Per quanto riguarda i sedimenti del fiume, gli ftalati sono risusltati presenti in concentrazioni variabili tra 35.9 e 36225.2 nanogrammi/g, mentre i PBDEs tra 3.9 e 2503.0 nanogrammi/g.

Oltre i numeri, che possono variare da caso a caso, c’è una sola cosa davvero importante.

Operazioni di rimozione delle plastiche lungo il fiume Yangtze – immagine Hakai Magazine

Plastica Come Mezzo Di Trasporto Nel Contesto Delle Isole Di Rifiuti

Tutti gli inquinanti considerati sopra sono risultati attaccati o comunque veicolati dalla componente plastica delle isole di rifiuti formatesi nel tempo.

Questo significa due cose.

Prima di tutto, che le plastiche nell’acqua fanno da vero e proprio “nastro trasportatore” per una serie molto variegata di inquinanti (tra cui anche ftalati e PBDEs).

La seconda cosa importante è data dal fatto che sia le macro- che le microplastiche svolgono questa funzione, considerando le dimensioni dei frammenti derivati dalle isole di rifiuti osservate.

Operazioni su un’isola di rifiuti nelle acque della Cina – immagine Zumapress @Xinhua

Quali Inquinanti Sono I Più Presenti

In questo caso, gli inquinanti più presenti sono risultati essere:

  • DIBP (diisobutil ftalato)
  • DBP (dibutil ftalato)
  • diottil ftalato (DEHP)
  • BDE-209

Si tratta di un caso specifico, quindi non bisogna pensare che vada così in tutte le occasioni.

Resta il fatto che è molto importante conoscere quali inquinanti chimici siano presenti.

Per farlo nel modo più corretto, è importante consocere l’origine e l’età dei prodotti di plastica i cui frammenti compongono le isole di rifiuti.

Il fiume Yangtze non è esente da importanti rischi ambientali – immagine EcoHubMag

Quando Le Isole Di Rifiuti Non Solo Da Sole

Ci sono situazioni in cui i frammenti plastici (a cui sono attaccate sostanze chimiche inquinanti) si vanno a depositare in aree esterne (costiere) già caratterizzate da problemi di inquinamento chimico (es. come nel caso della presenza di importanti impianti industriali).

In questi casi, il destino degli additivi adesi ai frammenti di plastica è del tutto imprevedibile: potrebbe verificarsi una somma di effetti, oppure una sottrazione, oppure potrebbe anche non verificarsi nulla.

Inoltre, c’è anche un altro importante rischio da tenere in considerazione.

Una specie di iceberg di plastica pronto ad entrare in mare – immagine BBC

Quando i Frammenti Di Plastica Sfruttano L’Aria Per Estendere Il Rischio

Questo è una caso molto poco dibattuto e spesso riguarda proprio gli inquinanti che abbiamo considerato in questo articolo.

Infatti, una volta che i frammenti di plastica arrivano nelle zone umide, possono asciugarsi dopo un certo tempo.

Queando questo avviene, l’azione dei venti li può muovere e diffondere anche molto lontano.

In questi casi, è fondamentale conoscere tutte le informazioni utili per stimare se tali frammenti possono diffondere il rischio chimico, oppure se lo hanno già rilasciato e, possibilmente, dove ciò è avvenuto.

Una delle isole di rifiuti presenti all'estuario del fiume Yang-Tze - immagine The Epoch Times
Una delle isole di rifiuti presenti all’estuario del fiume Yangtze – immagine The Epoch Times

Una Minaccia Circolare Che Si Perpetua Grazie Alle Isole Di Rifiuti

In sintesi, possiamo immaginare che le isole di plastica rappresentano una sorta di “amplificatore” per il rischio.

Infatti, dalla terraferma arrivano molti rifiuti, che poi si frammentano e possono finire in mare, portando in dote una certa quota di inquinanti chimici.

Una volta in acqua, un certo tipo di inquinamento chimico può essere rilasciato, ma può anche combinarsi con altri.

In circostanze particolarmente (s)favorevoli, inquinanti chimici presenti in mare possono sfruttare le plastiche per farsi trasportare da altre parti.

Tutto dipende dal luogo, dalle condizioni ambientali ed anche dalle azioni che si mettono in opera per contrastare la formazione (prima) e l’estensione (dopo) delle isole di rifiuti in cui la plastica recita un ruolo da protagonista assoluta.

Isole di rifiuti la minaccia si estende oltre il mare

Conclusioni

Dopo questo breve viaggio alla scoperta delle isole di plastica, si può ben dire che la situazione sia molto più complessa di quanto appare.

Prima di tutto, non esiste soltanto la “semplice” presenza delle plastiche e delle microplastiche nell’ambiente.

Esse hanno la capacità di trasportare, rilasciare con maggiore o minore facilità e soprattutto di estendere vari additivi chimici che a loro volta hanno pericolosità diversa.

Si tratta di stabilizzanti UV, antiossidanti, ftalati ed anche PBDEs, ma l’elenco potrebbe essere più lungo.

Quello che conta, al termine di questa breve analisi, è comprendere l’importanza persino maggiore di combattere le isole di plastica, alla luce di quanto spesso non si considera ma che c’è ed è sempre più presente (l’inquinamento chimico).

Se le isole di rifiuti hanno la capacità di estendere il rischio, un mare in cui queste isole sono scomparse non potrà che rendere più sani anche tutti gli ecosistemi che lo circondano.