Teli Da Pacciamatura: 2 Cose Da Aggiungere A Quelli Plastificati

Per proteggere il raccolto dalle erbe infestanti si usano spesso i teli da pacciamatura: ma come ci si protegge dai rischi intrinseci di questi stessi teli?

Questa è una situazione molto comune per l’agricoltura, anche se fino ad oggi non ha mai avuto molto spazio nella discussione volta a portare il settore agricolo verso frontiere più ecologiche e “sostenibili”.

Se si vuole un’agricoltura più “green”, è necessario considerare anche questioni “scomode” o comunque poco note: con il passare del tempo, queste problematiche faranno avvertire i loro effetti dannosi in modo molto evidente.

Ecco perché è importante prendere in considerazione il fatto che ogni telo per pacciamatura possa rilasciare microinquinanti ed uno in particolare, quando è composto di materiale plastico.

Per fare fronte a questa situazione, esiste la possibilità di usare soluzioni naturali (o ibride, come in questo caso), per risolvere o comunque minimizzare il rischio.

In particolare, ci sono due cose da aggiungere quando sui campi agricoli sono presenti questi teli e si pensa che possano rilasciare microinquinanti.

Una misura tanto semplice quanto importante.

Teli da pacciamatura come potenziale rischio per l'agricoltura e come risolvere la situazione

La Composizione Dei Teli Da Pacciamatura E’ Importante

Negli ultimi anni si è assistito alla diffusione progressiva di teli per pacciamatura alternativi, non realizzati con materiale plastico.

Ad esempio, sempre più si fa ricorso ai teli da pacciamatura biodegradabili, al fine di evitare il potenziale e pericoloso rilascio di microinquinanti a livello del terreno.

Va detto però per dovere di trasparenza che anche i teli biodegradabili non sono esenti da alcune problematiche, pertanto avere idea di come intervenire in presenza di potenziali rischi può essere di grande aiuto in diversi scenari.

La composizione dei teli è pertanto essenziale: nel caso dei teli di plastica il rischio è dato dal rilascio costante e progressivo nel tempo di alcuni inquinanti emergenti.

Questi inquinanti possono rimanere al suolo, così potendo entrare nella catena alimentare.

In altre condizioni, possono anche trasferirsi in acqua e, sfruttando fiumi, torrenti e ruscelli, riescono ad estendere il rischio anche a grandi distanze.

Ecco perché è importante agire direttamente sul sito del loro potenziale rilascio.

Il tipico aspetto dei teli da pacciamatura in azione - immagine Modern Farmer
Il tipico aspetto dei teli da pacciamatura in azione – immagine Modern Farmer

I Teli Per Pacciamatura Possono Rilasciare Il DEHP

In questa occasione, prendiamo in considerazione un inquinanti emergente che più di altri è stato osservato in presenza di teli per pacciamatura realizzati con materiale plastico.

Si tratta del DEHP (Di-2-etilesilftalato o diottilftalato), che appartiene alla categoria degli ftalati: è di particolare interesse per il settore agricolo e per la catena alimentare in quanto risulta tra i più recalcitranti e di difficile rimozione.

Senza contare che, sul piano dell’uso, è il plasticizzante più utilizzato (o comunque tra quelli in assoluto più utilizzati) nell’ambito dell’industria delle materie plastiche (per questo lo si ritrova anche tra le componenti dei teli da pacciamatura).

E’ un interferente endocrino, pertanto la sua presenza a livello ambientale va contrastata in tutti i modi possibili.

Le caratteristiche del DEHP che più devono preoccupare per le implicazioni ambientali e sanitarie sono le seguenti:

  • Bassa solubilità
  • Idrofobicità
  • Lunga permanenza a livello del suolo
  • Buona capacità di bioaccumulo nei tessuti
  • Facilità di ingresso nella catena alimentare

Paradossalmente, il fatto che il DEHP rimanga facilmente al suolo può trasformarsi in un “vantaggio”.

Diventa infatti possibile usare soluzioni sul posto per ridurre il rischio.

Dai teli per pacciamatura in materiale plastico può essere rilasciato il DEHP, un pericoloso microinquinante -  immagine Grekkon Limited
Dai teli per pacciamatura in materiale plastico può essere rilasciato il DEHP, un pericoloso microinquinante – immagine Grekkon Limited

I 2 Additivi Da Aggiungere In Presenza Di Teli Per Pacciamatura Plastificati

Avendo a che fare con dei microinquinanti, ci si comporta un pò come si avessero di fronte dei farmaci liberi a livello ambientale.

L’idea è quella di intercettarli e di impedirne la mobilizzazione verso la catena alimentare da un lato ed anche altre matrici ambientali (es. l’acqua) dall’altro.

Per fare questo, a seguito di numerose prove ed applicazioni sul campo, risultano particolarmente utili 2 additivi:

  • Compost da rifiuti alimentari
  • Ossido ferrosoferrico (Fe3O4) o magnetite

Per quanto riguarda il primo, si tratta esattamente di compost prodotto con l’umido organico.

Il secondo è applicato in forma di nanoparticelle (abbiamo già incontrato questa particolare forma degli additivi da applicare in altre occasioni, ad esempio nel caso dell’olio di cumino nero per proteggere il mais da una pericolosa contaminazione).

Le nanoparticelle di magnetite hanno un ruolo importante - immagine Daniel Kiruba @ResearchGate
Le nanoparticelle di magnetite hanno un ruolo importante – immagine Daniel Kiruba @ResearchGate

Una Speciale Formula Per L’Applicazione Del Metodo

Non sempre la presenza dei teli da pacciamatura rappresenta un rischio tale da considerare un intervento come quello proposto: tuttavia è bene sapere che c’è questa possibilità, anche a scopo preventivo.

Il primo fattore da considerare attentamente è la concentrazione del DEHP, qualora fosse nota.

Altri fattori di rilevanza sono le quantità degli additivi da aggiungere, oltre al tempo di durata dell’intervento.

C’è infatti un tempo minimo di “attesa” per permettere a questi due additivi, insieme, di raggiungere i risultati desiderati (la rimozione percentuale del rischio).

In sintesi, la formula speciale prevede che, con un valore di DEHP pari a 10 mg/Kg, si applichino 0.99 g di nanoparticelle di magnetite per Kg di compost, il quale presenta un rapporto C:N di 10:5, anche se il valore desiderabile è 0.963.

Il tempo ideale di durata per il trattamento è di 35 giorni.

Questa formula è stata ricavata grazie all’uso di speciali programmi informatici (Design Expert Software v. 11.0.3.0), in modalità predittiva e successivamente validata sul campo.

Una testimonianza molto concreta di come le tecnologie possono aiutare la natura a proteggere se stessa dai numerosi rischi che la minacciano.

Grazie a due additivi, il potenziale rischio ambientale è superato - immagine University of Missouri
Grazie a due additivi, il potenziale rischio ambientale è superato – immagine University of Missouri

Protezione Totale Dai Rischi Dei Teli Per Pacciamatura

Alle condizioni sopra elencate (in base alla formula speciale) si ottengono risultati molto soddisfacenti di rimozione del DEHP a livello del suolo.

In particolare, la riduzione media può arrivare al 91.6%, che rappresenta una garanzia pressoché totale per evitare l’ingresso di questo composto all’interno della catena alimentare.

Ulteriori ed approfondite analisi hanno rivelato altri aspetti interessanti e variazioni positive per diversi parametri ambientali.

Ad esempio, con l’aggiunta delle nanoparticelle di magnetite insieme al compost da rifiuti alimentari, si ha un incremento di materia organica al suolo, ma anche di nutrienti quali azoto, fosforo e potassio (senza dimenticare il ferro).

Il valore di rimozione del DEHP indicato sopra può variare, infatti è più verosimile ottenere risultati medi che si aggirano intorno all’89.57%, che comunque è un ottimo risultato e del tutto paragonabile al precedente.

Una cosa interessante, oltre al risultato generale, riguarda la possibilità di “aggiustare” il numero dei microrganismi presenti al suolo.

E' molto importante occuparsi dei microinquinanti potenzialmente rilasciati dai teli per pacciamatura - immagine Epic Gardening
E’ molto importante occuparsi dei microinquinanti potenzialmente rilasciati nell’ambiente – immagine Epic Gardening

Il Ruolo Dei Microrganismi Nel Miglioramento Del Risultato

La formula in precedenza indicata può subire qualche lieve variazione.

Ad esempio, è possibile aggiungere una quantità di nanoparticelle di magnetite pari a 1.20 g/Kg, con un rapporto C:N:P che è di 100:9.75:0.69, nel contesto di un pH di 7.45.

In tale situazione, si ha una decisa spinta alla crescita dei microrganismi nativi, che arrivano al numero di 3.6 x 10(9) UFC/ml.

Questo rappresenta un duplice vantaggio.

Il primo è quello dato dal fatto che l’incremento dei microrganismi favorisce l’attacco al DEHP rilasciato dai teli da pacciamatura, più facilmente degradato proprio a seguito dell’aggiunta di questi additivi in tali proporzioni.

L’altro vantaggio è dato dal fatto che non c’è bisogno di aggiungere microorganismi esterni, perché sono quelli del luogo ad essere amplificati, sia nel numero che nell’azione di risanamento.

Tuttavia, ancora una volta, è necessario prendere le dovute cautele, proprio a causa dell’azione degradativa dei batteri.

Esistono teli di diversi colori - immagine Gardening Know How
Esistono teli di diversi colori – immagine Gardening Know How

La Degradazione Dei Prodotti Rilasciati Dai Teli Per Pacciamatura

Tutte le volte in cui avviene la degradazione degli inquinanti, bisogna prestare la massima attenzione alla formazione dei sottoprodotti e/o metaboliti.

Essi, infatti, potrebbero (in teoria) anche risultare più tossici dei composti originari.

Nel caso del DEHP, il metabolita tossico è il MEHP (Di-2-etilesilftalato), che si forma a seguito della ingestione e della conseguente idrolisi del composto originario a livello del tratto gastrointestinale.

Ci sono circa 30 metaboliti conosciuti del DEHP, pertanto è essenziale che, sebbene in questo caso non vi sia ingestione, comunque almeno il MEHP non sia rilevato a livello ambientale.

Qualora ciò si verificasse, per effetto di reazioni nelle matrici ambientali, diventerebbe necessario aggiungere elementi naturali in grado di assorbirlo o degradarlo ulteriormente, a seconda dei casi.

Compost e nanoparticelle di magnetite proteggono dai rischi legati alla presenza dei teli da pacciamatura - immagine Pooshan Plastic
Compost e nanoparticelle di magnetite proteggono dai rischi legati alla presenza dei teli plastificati – immagine Pooshan Plastic

L’Azione Sinergica Degli Additivi

Una volta aggiunti sia il compost derivato da umido organico, sia le nanoparticelle di magnetite, si verifica un’azione sinergica nei confronti dei microinquinanti rilasciati dai teli per pacciamatura.

Infatti, i nutrienti presenti nel compost ed i micro-nutrienti portati dalle nanoparticelle amplificano l’azione degradativa del DEHP da parte della flora batterica nativa.

Tale amplificazione funziona come un comune processo di biostimolazione, che può essere anche da solo un metodo di risanamento ambientale molto efficace.

In presenza di DEHP rilasciato dai teli da pacciamatura, questa soluzione presenta almeno tre importanti vantaggi.

Prima di tutto, l’uso degli additivi permette di ottenere un grande risultato in valore assoluto, arrivando fino al 90% di rimozione di un pericoloso microinquinante.

Inoltre, i costi di realizzazione sono molto più bassi di qualsiasi altra modalità di intervento.

Infine, si tratta di una modalità di intervento totalmente ecologica ed in grado di rendere l’agricoltura davvero “green”, oltre ogni aspettativa.

Teli da pacciamatura come potenziale rischio per l'agricoltura e come risolvere la situazione

Conclusioni

Quello dei teli da pacciamatura rappresenta molto bene uno di quei temi che passano spesso sotto traccia ma che sono molto importanti.

Come la stessa definizione indica, i “microinquinanti” non sono certo visibili e spesso nemmeno il loro impatto diretto lo diventa, sebbene ci sia e possa determinare danni anche ingenti.

Purtroppo, fino a quando ci si soffermerà troppo sui “problemi che si vedono”, ignorando o sottovalutando le questioni “invisibili”, molti grandi temi resteranno irrisolti.

Rimanendo irrisolti, i loro effetti subdoli ed a lungo termine si manifesteranno quando non sarà più umanamente possibile ridurne l’impatto.

Non tutti si accorgono di queste importanti questioni, pertanto è necessario che chi le riconosce possa agire per contrastare il rischio già adesso, da subito.

Poiché esistono già soluzioni naturali ed al 100% ecologiche per intervenire, non c’è ragione per non farlo.