Mai come di questi tempi dobbiamo concordare sul fatto che la protezione del pianeta dipende da tutti i suoi abitanti: c’è uno schema da seguire in tempo reale per i terremoti. Pochi lo conoscono, meno ancora lo applicano. Senza costi, l’emergenza terremoto scompare e si torna alla vita. Anche meglio di prima.
In generale siamo abituati a pensare che i grandi temi ambientali, le sfide che ci attendono, siano “limitate” al cambiamento climatico.
Tuttavia, anche l’inquinamento diffuso e le emergenze o disastri naturali vanno considerate come realtà “possibili” su cui intervenire.
Da 10 anni ormai la Fabbrica promuove pratiche e strategie che, soprattutto in Centro- e Sud-America hanno ed ancora stanno salvando migliaia di vite, in presenza di gravi disastri naturali.
Le ripercorreremo una per una, cominciando proprio da questa occasione.
Cominciamo affrontando il tema dei terremoti, che tristemente tutti ricordiamo con le loro manifestazioni violente in Italia nel recente passato.
In questa sede, non faremo un’analisi dei casi specifici, ma prenderemo un solo esempio, che è diventato paradgimatico per le Nazioni Unite.
Talmente importante al punto da inaugurare una pratica davvero utile e soprattutto capace di far ripartire le comunità colpite in modo sostenibile e veramente “green”.
Terremoti: Un Rischio Da Conoscere
Si, la sostenibilità ambientale, intesa come soluzioni che sono in simbiosi con la natura e soprattutto che possono continuare, autonomamente, per molti anni, è un elemento imprescindibile per ripartire dopo un terremoto.
Non solo, fare riferimento alla natura ed alle soluzioni che essa ci propone, a patto di conoscerle e saperle applicare, è il primissimo passo per recuperare dopo una calamità naturale.
L’Italia è un paese in cui le zone sismiche sono certamente da non sottovalutare, pertanto è necessario agire in due direzioni, di base:
- i cittadini devono essere organizzati di fronte al pericolo
- le infrastrutture devono essere protette in modo speciale
Ora, il grado di conoscenza e di preparazione della popolazione italiana di fronte alle calamità naturali non può dirsi certo di elevato livello.
Questa è la prima garanzia di insuccesso di fronte al verificarsi delle calamità naturali (tutte, non soltanto i terremoti).
Terremoti e Vulnerabilità
Per essere più precisi, definiamo una volta per tutte ciò che conta davvero nell’ambito di una calamità naturale.
Non si tratta della “violenza” dell’evento, se consideriamo ad esempio che terremoti anche molto violenti, in paesi come il Cile ed il Perù hanno determinato molti meno danni di quanto previsto.
Questo perché agire sui terremoti in tempo reale permette di salvare vite e strutture del territorio, ma non si può fare senza formazione ed educazione.
Il vero punto della questione è la “vulnerabilità“.
Essa è determinata dalle misure e capacità di una popolazione di evitare che un fatto violento possa determinare danni ingenti.
Quindi, a parità di violenza di un terremoto (così come di ogni altra calamità naturale), la comunità più vulnerabile avrà molti più danni rispetto ad una meglio preparata.
Sembra un concetto sciocco e banale.
Tuttavia, considerando i danni dei recenti terremoti, che potrebbero essere molto minori con una popolazione preparata ed infratrutture più protette, non è affatto così banale come sembra.
Terremoti Oggi: Dove Trovare Informazioni
Nel paragrafo seguente troveremo il riferimento (almeno uno tra i molti) per ottenere informazioni sui terremoti in tempo reale.
In questo spazio, tuttavia, è importante segnalare la risorsa in assoluto più importante.
E’ anche la più completa per seguire l’evoluzione delle conseguenze, della risposta umanitaria, delle soluzioni portate sul territorio per aiutare le popolazioni colpite.
Non è un sito specifico per i terremoti in tempo reale, si occupa praticamente di ogni emergenza al momento attiva nel mondo: il sito è quello di ReliefWeb.
La risorsa principale per quanto riguarda le emergenze, per poterle seguire passo dopo passo, addirittura quotidianamente.
Valido strumento per prendere spunto da quanto accade in altre parti del mondo, al fine di adattare il tutto al meglio anche per il proprio caso specifico.
Terremoti In Tempo Reale
Un ottimo servizio cui fare riferimento è quello dello USGS.
Esso fornisce una dettagliata panoramica dei terremoti in tempo reale, con una serie di informazioni aggiuntive per avere un’idea dell’impatto sul territorio.
Certamente è sorprendente notare come ogni giorno si registrino decine di terremoti nel mondo.
Essi determinano un “carico cronico” di danni limitati ma che, nel medio e lungo periodo, finiscono con il compromettere varie strutture.
La mappa dei terremoti in tempo reale che si può consultare sul sito, inoltre, è ricca di dettagli geologici.
Questo aiuta a comprendere le cause e fornisce una maggiore consapevolezza di come il lavoro dello USGS sia preciso ed attento alla previsione.
Terremoti Italia: Una Lezione Mai Imparata
Abbiamo solo accennato al piano delle Nazioni Unite per la ripartenza rapida dopo un’emergenza terremoto e non possiamo che fare un’amara considerazione in riferimento alla situazione italiana.
Prendendo ad esempio il terremoto che ha coinvolto molte regioni determinando danni ingenti nel 2016, solo a partire dal 2020 possiamo dire di avere avuto un’accelerazione nella ricostruzione.
La situazione è comunque ancora difficile ed il lavoro da fare è molto.
In questi casi, le comunità devono avere gli strumenti per poter cominciare a fare qualcosa subito.
Questo per evitare di cadere in una disperazione fortemente peggiorata dal contesto mutato (senza casa e senza lavoro, molto spesso, con una ridotta prospettiva di futuro, almeno soggettivamente).
Il che rende l’emergenza terremoto molto più ardua da superare.
Avere la possibilità di essere impegnati attivamente in un piano che fa ripartire, con più rapidità, dopo un terremoto ed essere protagonisti assoluti del processo, è davvero troppo importante anche sul piano psicologico, oltre che materiale.
Terremoti Nel Mondo
Ci sono zone del pianeta dove i terremoti hanno un’incidenza frequente ed il rischio è praticamente quotidiano.
In questa sede ci concentreremo su di un terremoto nello specifico, accaduto nel 2009 in Costa Rica.
A seguito di questo terremoto, lo UNDP (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite) ha creato uno speciale piano, che vale davvero la pena conoscere.
Infatti, più di ripercorrere le notizie ed i fatti di cui si può facilmente trovare traccia in rete, è importante conoscere come evitare i danni.
Inoltre, è fondamentale conoscere come ripartire in modo sostenibile, rapido e duraturo, anche dopo un evento di straordinaria gravità.
Questo piano ha accompagnato la “rilocalizzazione” della città in un’area di minore rischio.
A testimonianza di come un’operazione così speciale possa essere stata aiutata da una buona attività nel post-emergenza terremoto.
Terremoti e Inquinamento
In questa occasione, non discuteremo delle enormi implicazioni ambientali dei terremoti, con il loro contributo all’inquinamento ambientale e finanche al cambiamento climatico.
Sarebbe davvero troppo lungo ed articolato, citiamo solo alcune interessanti informazioni che possono dare un’idea.
L’inquinamento da amianto, come da tutti i componenti del materiale edile, recita senza dubbio alcuno la parte del leone.
Ciò vale sia per gli edfici crollati che per quelli danneggiati, pertanto è necessario fare un piano speciale di azione per l’individuazione rapida delle aree di ricaduta di questi inquinanti.
Per quanto riguarda il rapporto tra terremoti ed inquinamento atmosferico, allo stesso modo possono esserci picchi di emissioni di varia natura.
Il caso del terremoto del Nepal, il 25 Aprile 2015 (evento sismico di grado 7-8 della scala Richter) è stato emblematico anche in termini di intervento per il recupero ambientale post-disastro.
Il 95% dei forni presenti nella città di Katmandu risultavano danneggiati. La maggior parte di essi presentava danni da prima del teremoto, al punto di diventare responsabili di importanti emissioni di biossido di zolfo.
Dopo il terremoto, un’azione di ristrutturazione ed ammodernamento di queste particolari sorgenti di inquinanti ha permesso di migliorare la qualità dell’aria.
In particolare, la qualità dell’aria risultava a livelli superiori a quanto era prima del terremoto stesso.
Questo per dire che l’obiettivo deve essere il miglioramento costante, anche rispetto alle condizioni di sempre.
Terremoti ed Acqua
Anche l’acqua è un problema molto critico, come testimoniato da varie osservazioni in questi ultimi anni: in particolare, ve ne è una davvero interessante.
A seguito dell’emergenza terremoto del 14 e 16 Aprile 2016, a Kumamoto (JAP), si è potuto verificare e tracciare il profilo della contaminazione dell’acqua di falda utilizzando come indicatore il dolcificante acesulfame.
Questo dolcificante ha dimostrato di essere un ottimo indicatore della presenza di acqua di scarico all’interno delle acque di falda sotterranea.
Adesso, dopo questa esperienza, si propone di utilizzare l’acesulfame anche in condizioni di normalità.
Una trovata utilissima per le valutazioni sui terremoti in tempo reale che indirizza la prevenzione futura.
Infatti si può avere un’idea molto precisa di quanto accade sotto terra e fare prevenzione anche quando i limiti non sono stati superati.
Terremoto di Cinchona
Si è trattato di una emergenza terremoto emblematica, che ha fatto scuola.
Il “Terremoto Cinchona“, nel Gennaio del 2009 si è abbattuto sull’area Nord del Paese, con un epicentro localizzato a circa 30 Km in direzione Nord – Nord Ovest dalla capitale San José.
Le devastazioni di questo terremoto sono diventate l’occasione per rilanciare un nuovo modello di recupero del territorio.
Questo sta facendo scuola in tutta l’America Centrale e Meridionale; si basa sul concetto di “Recupero Sostenibile”.
Il programma speciale adottato dalle Nazioni Unite è stato pensato affinché le comunità possano presto ricostruire i beni materiali andati perduti. Ancor più importante, per ripristinare il tessuto sociale e produttivo dell’area.
In pratica, l’idea alla base di tutto è quella di come trasformare l’emergenza terremoto da limite ad occasione per una nuova crescita (oltre ad una rapida ripartenza, ovviamente).
Terremoti: Cosa Fare
Vediamo un pò più in dettagli alcune azioni (sono 3 in tutto) previste dal piano che è stato applicato dopo il terremoto di Cinchona.
Così capiremo in quale direzione ci si debba muovere subito, senza attendere aiuti esterni.
Senza attendere non significa “senza chiedere”, anzi: l’arrivo di fondi per l’emergenza terremoto permetterebbe di estendere e migliorare il piano stesso, per una ripresa persino più veloce.
E’ importante comunque intervenire subito sui terremoti, in tempo reale, per evitare che vi sia l’evoluzione del rischio.
La prima azione che il piano prevede di mettere in opera è la “reinvenzione” delle piccole fabbriche e micro – imprese per la produzione di souvenir totalmente riciclati da ogni tipo di materiale (data la disponibilità di detriti in seguito alle distruzioni del sisma).
Questa misura è fortemente raccomandata per le aree turistiche, come lo è nel caso di Cinchona, affinché il turismo ne possa giovare immediatamente.
Come Adattare Il Piano Per Recuperare Dai Terremoti
L’elemento essenziale e che ha determinato il successo dell’intero piano dopo il terremoto di Cinchona, è quello di andare ad utilizzare una materia prima a costo zero e facilmente reperibile sul territorio.
Queste imprese, nel caso di Cinchona, sono state nella quasi totalità gestite da donne imprenditrici.
Si tratta della prima attività suggerita con delle varianti, a secoda delle possibilità e disponibilità del territorio.
Infatti, alcune zone non sono turistiche, ma possono presentare altre particolarità.
E’ importantissimo, ai fini del piano, stabilire a priori quali saranno le attività da favorire con l’azione delle piccole fabbriche e micro-imprese che sorgeranno dopo l’evento naturale.
Terremoti: Come Comportarsi
Ci sono poi altre due azioni molto importanti che hanno fatto letteralmente scuola nel capitolo del ben comportarsi per recuperare dopo le emergenze.
La seconda azione, considerato il maggiore afflusso di turisti, si è studiato un piano per la promozione ulteriore del territorio.
Ciò è avvenuto in associazione tra Camera del Turismo, comuni, Imprese ed anche cittadini organizzati in comitati municipali, ognuno responsabile per la sua area di territorio.
Nota importantissima: si è trattato di un terremoto e quindi, in fase iniziale, i turisti non arrivavano, in quanto era sempre alto il timore di incapare in nuove scosse (indipendentemente da ciò che può dire la scienza, la percezione è quel che conta).
Per ovviare a questa situazione, sono state realizzate delle cooperazioni speciali con zone del territorio più protette.
Questo ha portato un “turismo naturalistico” nelle zone colpite senza però correre rischi ulteriori.
Del resto, si è subito registrato un forte incremento della curiosità dei cittadini per visitare le zone del disastro.
Con l’aggiunta di questa sicurezza (visite in zone protette dal rischio) si è avuta una ulteriore spinta al successo del piano di recupero.
Terremoto e Sviluppo Sostenibile
La terza azione prevista dal piano, probabilmente, è stata quella decisiva per il caso di Cinchona e certo può esserlo, se adattata in modo adeguato, per ogni altra area colpita da un terremoto.
Si tratta del progetto parallelo delle “Mujeres Agroindustriales“.
Donne imprenditrici che sono state responsabilizzate per la creazione di coltivazioni, in apposite serre protette, di tutti i vegetali utili alla dieta. Questo per sopperire alla mancanza dei cibi dovuta al sequestro del territorio da parte dei detriti causati dal terremoto.
Qualcuno le ha definite “serre alimentari in mobilità”. Si è creato uno spazio protetto dai rischi (di ogni natura) per garantire approvvigionamento di cibo ed anche erbe medicinali. Inoltre, vari altri prodotti naturali sono serviti a raggiungere scopi molto importanti.
Uno fra tutti, che riguarda un tema molto rilevante nel caso delle calamità naturali, è la potabilizzazione dell’acqua.
In questi casi, la coltivazione di piante specifiche con proprietà di fitodepurazione ha permesso di utilizzare acqua che non si sarebbe potuta destinare al consumo umano, senza spendere alcunché nelle forniture (lo si è potuto fare subito).
Questo grande successo in termini di sfruttamento utile e rispettoso delle risorse naturali, è solo uno dei tanti esempi che possiamo addurre a dimostrazione pratica del concetto di “Recupero Sostenibile”.
Terremoto e Recupero Sostenibile
In sintesi, di fronte ad un evento naturale che supera le possibilità di risposta immediata da parte del paese colpito, dunque determinando danni superiori all’atteso, è necessario che le comunità locali siano il primo attore protagonista del recupero.
L’idea del “Recupero sostenibile” si basa sulla valorizzazione di tre concetti di base:
- Sicurezza dei centri abitati, miglioramento della governance locale e responsabilizzazione delle donne nella gestione dei rischi
- Rilancio e promozione di nuova imprenditoria locale con una forte componente di genere (donne imprenditrici)
- Interventi diretti su scala locale e gestiti dai cittadini per ridurre la vulnerabilità ed il rischio delle comunità
Le modalità pratiche con cui questo si manifesta sono state descritte nei precedenti paragrafi.
Per onestà, è importante sottolineare che non in tutte le zone del mondo esse possono adattarsi nello stesso modo.
La cosa più importante in assoluto è calare questi principi del “Recupero Sostenibile” all’interno della realtà del territorio.
Ciò accade sfruttando anche le risorse naturali che possono essere disposte a protezione delle strutture più vulnerabili.
Esattamente quanto accaduto a Guanacaste, sempre in Costa Rica, con l’applicazione della Metodologia Horigome per la protezione di aree specifiche dalle alluvioni.
Terremoti ed Organizzazione Comunitaria
E’ necessario fare un ragionamento strategico, per fare in modo che la vulnerabilità sia minore nei punti specifici da cui la ripatenza sarà più rapida per non dire immediata.
Questo può valere certamente per l’agricoltura e l’approvvigionameto energetico, fino ad alcune imprese strategiche.
Tutto questo non è possibile senza una organizzazione della popolazione che sappia intervenire presto. Allo scopo di salvare vite e soprattutto per mettere in sicurezza chi è più a rischio, senza attendere l’arrivo dei soccorsi.
Questo, comunque è meglio affrontato nel caso dei NUDECs. Si tratta di una straordinaria “invenzione” brasiliana che in alcuni stati sta salvando vite e proteggendo intere comunità dal rischio naturale.
Un piccolo piano locale per fronteggiare l’emergenza terremoto come previsto dal programma applicato a Cinchona dovrebbe essere obbligatorio in tutte le aree di potenziale rischio sismico.
La formazione e l’informazione sulle migliori modalità di organizzazione dei cittadini di fronte ai rischi naturali deve diventare “normale” senza esclusione territoriale.
Questo vuol dire intervenire sui terremoti in tempo reale e salvare sia persone che cose.
Emergenza Terremoto
L’applicazione del piano delle Nazioni Unite per il caso di Cinchona ha avuto però un’altra importantissima implicazione.
Cosa valida da subito, ma che in futuro ha determinato persino maggiori benefici (perché è stata applicata anche in altri contesti e per la prevenzione di altre emergenze naturali).
Come conseguenza dei molti materiali e detriti finiti in un fiume, il Rio Sarapiquì, si è determinata una vasta alluvione capace di coinvolgere molte comunità dell’area.
Per fare fronte a questa situazione si sono costituiti dei Comitati Municipali di Emergenza, costituiti da cittadini.
Tali Comitati hanno avuto il preciso compito di vegliare, direttamente, sulle condizioni di rischio in tempo reale.
A questi Comitati, inoltre, è stata affidata un’attività di formazione continua per la popolazione sulle procedure di emergenza terremoto.
Non solo, anche sui modi per prevenire le conseguenze più gravi dei rischi naturali.
Terremoti ed Educazione all’Emergenza
Ogni municipalità coinvolta, nel corso dei 18 mesi del progetto, ha visto nascere uno specifico piano di emergenza terremoto basato sui rischi specifici di ogni singola area.
Ciò testimonia il fatto che il territorio non va considerato come un tutt’uno, bensì è necessario tenere in considerazione le diverse caratteristiche di ogni singolo luogo.
Ogni zona ha una vulnerabilità diversa al rischio idrogeologico ed ambientale anche nell’ambito della medesima area geografica e persino nel contesto delle medesima emergenza.
Unitamente a questo, un’importante azione di sensibilizzazione ed educazione nelle scuole ha rinforzato il messaggio.
Il modo migliore per mettere le basi per una nuova “cultura dell’emergenza” anche negli anni a venire.
Conclusioni
Ecco l’insegnamento più importante che possiamo trarre da questo straordinario concetto del “Recupero Sostenibile”:
- le comunità locali devono essere parte attiva della riduzione del rischio e della vulnerabilità
- l’evento, come nel caso dei terremoti o delle alluvioni, deve essere “sfruttato” in chiave di sviluppo e di nuova impresa
- il ruolo delle donne, così come delle minoranze e dei giovani, deve essere strutturale
- la cosa più importante, sperimentiamo i progetti e gli interventi su scala locale e successivamente, dopo una fase di “test” andata a buon fine, promuoviamoli sul livello nazionale
Tempo addietro, si sentiva spesso parlare di un “grande piano” per il rischio idrogeologico.
Oggi, per essere davero capillari e più incisivi nella protezione dai rischi, dovremmo parlare di “tanti piccoli piani” gestiti in collaborazione con le comunità afflitte dal rischio.
Per intervenire sui terremoti in tempo reale, non attendere i soccorsi.
Una cosa in cui anche molta parte dei cittadini italiani sono “colpevoli” è di non preoccuparsi prima di fare prevenzione.
L’atteggiamento è quello di pensarci solo quando le cose dovessero capitare.
Purtroppo, quando le emergenze accadono, è troppo tardi: come in medicina le patologie peggiori sono quelle che spesso non danno sintomi, fino a quando, appunto, è troppo tardi per intervenire.
La prevenzione da un lato e la preparazione dall’altro salvano vita e società: Il Costa Rica ce lo insegna.
L’emergenza terremoto può essere superata egregiamente.
Prendere appunti ed applicare è una cosa che possiamo decidere soltanto noi.