Qual è il vero rapporto tra yoga e natura? Significa praticare yoga nella natura, senza tappetino o con tappetino e/o abbigliamento ecologico? In realtà, c’è molto di più: si tratta di un profondo rapporto tra due dimensioni, quella umana e quella ambientale, che merita approfondimento e maggiore conoscenza.
Yoga e Ayurveda hanno un enorme potenziale per la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, anche se in modi diversi.
Mentre l’Ayurveda presenta tante soluzioni naturali a molti problemi di inquinamento ambientale, lo Yoga si concentra sulla dimensione individuale nel suo rapporto con l’esterno.
Insieme, queste due millenarie discipline hanno condizionato positivamente la vita di molte generazioni ed ora è il momento di approfondire alcuni aspetti chiave di questa relazione con l’ambiente e la natura.
Perché temi quali l’inquinamento ambientale ed il cambiamento climatico si affrontano anche con la meditazione e la consapevolezza delle proprie azioni, che poi si indirizzano nel modo corretto.
Yoga e Natura: Un Binomio Vincente
Le connessioni tra corpo e mente sono ben note.
Tuttavia, ancora troppa poca rilevanza si attribuisce al ruolo che la natura e l’ambiente giocano in questo rapporto.
Le condizioni ambientali e climatiche hanno effetto sia sulla mente che sul corpo: viceversa, gli atteggaimenti mentali hanno un impatto sull’ambiente e sulla natura.
E’ un rapporto di mutuo scambio, che non va mai dimenticato.
Quello che stiamo per scoprire a proposito del rapporto tra yoga e natura va esattamente in questa direzione.
Ciò che più fa riflettere è la straordianria attualità di una pratica che data ormai qualche millennio.
Probabilmente, in questo delicatissimo equilibrio tra uomo e natura, non abbiamo ancora compreso molti aspetti essenziali.
E’ dunque il caso di farci “insegnare”, letteralmente, dalla pratica yogica un modo migliore, un modo “giusto”, per ricalibrare il nostro rapporto con ambiente e natura.
Dove è Nato lo Yoga
Lo Yoga è nato in India, in particolare nella zona settentrionale del Paese.
La città di Rishikesh è considerata la “capitale yogica del mondo”.
Si tratta di una piccola cittadina ai piedi della catena dell’Himalaya, che offre uno scenario naturalistico molto suggestivo.
Una testimonianza ulteriore del rapporto tra yoga e natura fin dalle origini della sua diffusione.
Lo yoga è stato successivamente raffinato e sviluppato dai “Rishis” (ovvero i saggi) che hanno documentato le loro pratiche negli “Upanishad“, una raccolta di oltre 200 scritture.
Lo Yoga fa parte delle sei scuole di filosofia dell’Induismo, inoltre trova uno spazio importante anche nel Buddhismo come pratica di meditazione.
Per maggiori informazioni è possibile visitare (anche virtualmente) il primo museo al mondo dedicato allo yoga.
Quando è Nato lo Yoga
Ci sono testimonianze storiche secondo le quali lo Yoga originò nel periodo pre-Vedico, intorno al 2.500 A.C..
La prima citazione della parola “yoga” compare nel “Rig Veda”, testo antichissimo facente parte del gruppo di 4 testi sacri scritti in Sanscrito.
I testi scritti nel linguaggio Vedico hanno permesso di ricostruire la storia dello yoga e con essa anche l’intimo rapporto tra Yoga e natura.
In particolare, già in quel tempo, i testi riportano la natura “anti-discriminazione” della pratica yogica.
Infatti, troviamo scritto che chiunque può praticare lo Yoga, senza discriminazioni di nessun tipo (religione, nazionalità, cultura, età, sesso, stato sociale).
Considerando il dibattito spesso “acceso” su temi quali l’inclusione cui oggi assistiamo, dobbiamo dire che i saggi del 2.500 A.C. erano probabilmente molto più moderni di tanti nostri contemporanei.
La Radice dello Yoga
Un aspetto importante nel rapporto tra Yoga e natura è legato all’etimologia del nome.
La parola Yoga possiede la radice Sanscrita “yuj”, che significa “unire o connettere”.
Così, i praticanti possono trovare una connessione profonda con le loro anime, la loro natura ed anche i loro “poteri” intimi, con l’obiettivo di raggiungere elevati livelli di concentrazione e meditazione.
Questo significa guadagnare rispetto ed amore verso se stessi, il che a sua volta si traduce in azioni concrete per aiutare gli altri, proteggere la natura e l’ambiente e mantenere un atteggiamento positivo e proattivo nei confronti della vita.
Sempre a proposito di storia dello yoga, lo “Yoga Sutra” (testo contenente una serie di insegnamenti) è stato organizzato dal filosofo Patanjali in un periodo compreso tra il 400 ed il 200 A.C..
In questo testo risiede un insegnamento molto importante: infatti, Patanjali esprime chiaramente il valore della connessione tra uomo ed ambiente che lo circonda.
Questo è uno dei principi cardine che hanno guidato l’azione in alcune delle città più sostenibili, tra cui Curitiba, in Brasile.
Da queste poche righe possiamo già comprendere il valore straordinario che lo Yoga attribuisce alla natura ed all’ambiente.
Ecco perché, per molti praticanti ed insegnanti, il praticare Yoga nella natura assume una connotazione persino più mistica e solenne.
Yoga Nella Natura
Secondo vari insegnanti ed esperti della pratica yogica, praticare Yoga nella natura determina importanti benefici.
Prima di tutto, si può sperimentare un effetto di “ricarica energetica”.
Questo perché la pratica invia segnali al cervello che il corpo è tornato nel suo ambiente nativo ed avviene una ricalibrazione dell’energia.
Non è un caso che vari studi abbiano dimostrato come la permanenza in ambienti naturali specifici (es. le foreste) determina un aumento del vigore e della vitalità.
Un secondo importante beneficio della pratica dello Yoga in natura è un incremento della percezione sensoriale.
Quando si pratica Yoga nella natura avviene una liberazione di endorfine (più di quanto accade al chiuso).
Un altro beneficio è l’incremento della sicurezza in se stessi.
Infatti, la pratica dello Yoga in natura allontana dalla “comfort zone” tipica dei luoghi chiusi ove si pratica abitualmente.
Questa necessità di ricalibrare il rapporto tra se stessi e l’ambiente circostante determina una interpretazione completamente nuova della pratica yogica.
Infine, la pratica dello Yoga all’esterno ha due importanti conseguenze fisologiche: prima di tutto, chi medita con regolarità ha un’amigdala più piccola (la ghiandola responsabile della risposta “fight or flight”).
Inoltre, la meditazione in ambienti naturalistici (es. le foreste) determina una riduzione della concentrazione del cortisolo (ormone delo stress).
In sintesi, più calma, meno stress, più tranquillità e meno conseguenze fisiche per eventuali problemi psicologici.
Del resto, come dice Amos Clifford, già presidente della “Association for Nature & Forest Therapy“, il Buddha non meditava di certo all’interno di una sala di meditazione.
Ea all’esterno, in una foresta, cogliendo il meglio della pratica, ogni volta.
Yoga e Ambiente
Il rapporto tra Yoga e natura è molto profondo ed indissolubile, anche quando la pratica avviene al chiuso ed in luoghi privi di vegetazione od altri elementi naturali.
Questo perché la pratica fa anche da ispirazione per una maggiore cura dell’ambiente naturale.
Prima di tutto, lo Yoga insegna a respirare meglio.
Attraverso i Pranayama (esercizi per la respirazione), i praticanti imparano ad apprezzare l’ossigeno che viene inalato.
Questo ha delle importanti implicazioni anche sul piano del rapporto con natura ed ambiente, in quanto tutti ben sappiamo l’impatto che l’inquinamento atmosferico ha sulle nostre vite.
Nello Yoga si apprezza l’importanza di alimentarsi in modo “pulito”, senza sofisticazioni.
Questo ha delle importanti implicazioni su scelte alimentari più consapevoli, che nella stragrande maggioranza dei casi sono anche utili all’ambiente.
Un terzo aspetto è la riduzione dei consumi non necessari.
Lo incontreremo tra poco: è il principio Aparigraha.
In una frase, potremmo sintetizzarlo come l’opposto del consumismo, un atteggiamento che limina tutto ciò che non è necessario: decisamente utile per l’ambiente.
Infine, vivere la pratica yogica aiuta a fare scelte più consapevoli.
Quindi non soltanto “meno”, per eliminare il superfluo, ma anche “meglio”.
Un passo decisivo verso la “sostenibilità”, qualunque significato essa possa avere.
Yoga e Sostenibilità
Prima di addentrarci nel rapporto tra Yoga e sostenibilità dobbiamo definire meglio cosa si intende, appunto, per “sostenibilità”.
Senza andare a recuperare definizioni ufficiali, ma pensando intimamente al significato che questo termine dovrebbe avere in relazioni con i comportamenti da adottare, abbiamo quanto segue.
La sostenibilità deve essere prima di tutto ecologica: questo significa che una qualunque azione, per definirsi “sostenibile”, deve essere in grado di autoalimentarsi in modo naturale (e non forzato) in modalità tale da non recare impatto significativo sull’ambiente.
Questo non significa “impatto zero”, bensì “impatto ridotto sul nascere”, evitando di impattare prima e compensare (bruttissimo termine) in un secondo momento.
Un secondo importante assunto è che la sostenibilità deve essere economica: ad esempio, per quanto riguarda le soluzioni naturali per l’ambiente, sono ben poco sostenibili quelle opere che necessitano di milioni di finanziamento e che necessitano di costante e complessa manutenzione (anche qualora fossero realizzate con materiali 100% green).
In questo senso, lo Yoga può essere molto ben assimilato al concetto di sostenibilità: infatti, uno dei suoi principi cardine va proprio in questa direzione.
Il Principio Aparigraha
Il principio “Aparigraha” insegna una cosa molto importante che ogni persona attenta alla sostenibilità (ecologica ed economica) non deve mai dimenticare.
Si tratta dell’invito a ridurre i consumi non necessari.
Immaginiamo quanto sia importante in questo momento storico, con la progressiva riduzione delle sorgenti energetiche fossili ed una transizione ecologica sempre più indifferibile.
Concetti come l’avarizia ed il possesso sono nemici tanto di questo principio dello yoga quanto della sostenibilità.
Del resto, il vero “ostacolo” ad un mondo realmente sostenibile ben risiede negli atteggiamenti di avarizia e possesso che possiamo fondere e declinare con termini quali “produttività” e “competitività”.
Non che essere competitivi e produttivi sia un male, anzi ciò è stato ed è stimolo al miglioramento della qualità di vita da molti secoli.
Certo che l’eccesso diventa patologico tanto per l’economia quanto, soprattutto, per l’ecologia.
Ben lo sanno dalle parti del Lago d’Aral, che si quasi del tutto prosciugato per la “corsa” alla produttività agricola (soprattutto del cotone) ai tempi dell’URSS.
Così come stiamo assistendo (lentamente) ad una transizione verso nuovi modelli produttivi, dobbiamo avere il coraggio e la fermezza di “abbandonare” il concetto di “sostenibile” per accogliere e fare nostro quello di “ecologico”.
Solo quando un modello produttivo è davvero “ecologico” non teme pericolosi effetti collaterali, proprio perché inserito perfettamente nei cicli naturali.
Yoga In Natura
Lo Yoga non si pratica soltanto sul tappetino.
Questa frase, in estrema sintesi, racchiude un concetto molto importante: secondo alcuni è proprio in questo che risiede l’ecologismo di molti praticanti.
Facciamo riferimento al caso di due insegnanti con grande seguito, Eoin Finn e Chelsey Chorus.
Il loro progetto “EcoKarma Immersion” è un viaggio esplorativo per capire come la pratica dello Yoga e l’ecologia possano andare di pari passo.
In particolare, questi due famosi e seguiti insegnanti collaborano con un’organizzazione non governativa delle Hawaii, che si chiama “Sustainable Coastlines”.
Questa collaborazione prevede che i praticanti yoga partecipino ed organizzino campagne di pulizia delle spiagge dalle plastiche.
Ciò che il progetto EcoKarma Immersion vuole comunicare è che anche la personale relazione che sussiste tra praticante di Yoga ed ambiente è parte della pratica stessa.
La Connessione Con La Natura
Tutto parte dal presupposto che un buon praticante di Yoga deve avere uno stile di vita congruente con la sua pratica.
Pertanto, anche le scelte che una persona decide di fare nei confronti del pianeta, sia su piccola che su vasta scala, diventano componenti essenziali di uno stile di vita yogico.
Una delle cose più importanti dello yoga è la possibilità di prendere consapevolezza di se stessi, e del mondo in cui viviamo.
Si tratta quindi di una consapevolezza anche dei problemi, delle soluzioni, degli atteggiamenti che possono essere utili per l’ambiente che ci nutre e ci ospita nel nostro cammino di vita.
Pertanto, dato che come esseri umani siamo così legati al nostro ambiente, come potremmo disgiungere la dimensione ambientale e la natura dalle azioni che mirano a preservare la salute ed il benessere della persona?
In fondo, il modo attraverso cui ci relazioniamo con il mondo esterno, vale a dire con l’ambiente, è un riflesso di come ci relazioniamo con noi stessi.
Senza contare che molti praticanti di Yoga sono convinti che la tutela ambientale sia una via da percorrere per ringraziare la natura.
Un ringraziamento necessario, perché è proprio l’ambiente, con le sue peculiari caratteristiche, così diverse da luogo a luogo, a rendere la pratica yogica speciale.
Luoghi diversi evocano emozioni e sensazioni diverse, tutte egualmente determinanti per ottenere il massimo dalla pratica.
Quindi, l’ambiente aiuta la pratica e il praticante deve aiutare l’ambiente, nell’ottica di una relazione quasi simbiotica tra Yoga e natura.
Lo Stile di Vita Compatibile per Yoga e Natura
Non ci sono regole fisse, su questo specifico punto.
Tuttavia, si tratta ancora una volta di scelte, che possono spaziare dalla preferenza per determinati tipi di cibi all’uso di materiali ecologici per la pratica.
Ad esempio, si è osservata una certa correlazione tra l’uso di prodotti organici e la pratica dello Yoga.
Possiamo citare il rapporto tra molti praticanti di yoga ed il consumo di carne, come presentato da Wanderlust: non tutti sono vegani, chi non lo è però si accerta di acquistare (meno) carne in generale.
Non solo: si preferiscono produttori e/o aziende che non allevano in modo intensivo ma “ecologico”.
Ancora, molti praticanti tengono in considerazione aspetti generalmente meno evidenti, quali le pratiche di rigenerazione del suolo e la conservazione/riciclo dell’acqua per scopi di allevamento.
Ogni Momento è Buono per Associare Yoga e Natura
Anche il momento dell’acquisto diventa un’occasione per “praticare Yoga e natura” insieme.
Ad esempio con l’uso di buste riciclabili e riutilizzabili più volte, oppure selezionando negozi specifici di filiera corta.
Ci sono moltissime occasioni per incidere individualmente sulla preservazione della natura.
Lo stesso può accadere con il vestiario, con l’occorrente per la pratica yogica, sia quando si pratica Yoga in natura, sia quando la pratica avviene in casa o in palestra.
Ad esempio si può usare un tappetino Yoga ecologico, oppure usare un intero abbigliamento Yoga ecologico.
Se si tiene sempre in mente che le nostre scelte hanno un effetto diretto od indiretto in quell’ambiente che ci dà benefici, per esempio attraverso la pratica dello Yoga, anche la relazione che abbiamo con l’ambiente è destinata a cambiare.
In meglio, naturalmente.
Questa è l’essenza del rapporto che lega Yoga e natura.
Yoga Senza Tappetino
A proposito di una maggiore connessione tra se stessi e l’ambiente naturale, lo Yoga senza tappetino va proprio in questa direzione.
Ci sono alcuni stili in particolare, tra cui acro yoga ed anche aerial yoga, che si praticano senza ausilio di tappetino.
Tuttavia, anche per le particolari condizioni ambientali in cui avviene la pratica, ci sono alcune raccomandazioni da tenere sempre presenti.
Per alcuni praticanti, il tappetino è una minaccia per l’ambiente, soprattutto quando realizzato in materiali “usuali” e non ecologici.
Molti praticanti apprezzano molto una pratica yogica senza tappetino, che tuttavia presenta alcuni vantaggi e svantaggi.
Yoga Senza Tappetino: Vantaggi
Tra i vantaggi ci sono:
- una maggiore flessibilità per praticare ovunque (dunque maggiore connessione con la natura)
- più libertà di movimenti (anche al di fuori del perimetro segnalato dal tappetino)
- maggiore senso “ecologico”
- un determinato risparmio economico
- il contatto diretto con la sabbia e/o con l’erba che amplificano la connessione con la natura
- un guadagno di spazi (dove riporre il tappetino)
Tuttavia, per completezza di informazione, ci sono anche alcuni svantaggi (almeno in teoria).
Fare Yoga Senza Tappetino: Svantaggi
Tra gli svantaggi si ricordano:
- la necessità di adattare e/o cambiare la pratica (in presenza di un pavimento scivoloso o particolarmente duro)
- un maggiore rischio di indolenzimento e/o infortunio
- una minore protezione dai germi
- meno riferimenti per il posizionamento delle mani e dei piedi
- mancanza di uno spazio fisico personale definito (che coincide con l’estensione del tappetino)
La pratica dello Yoga senza tappetino risente ovviamente maggiormente delle condizioni ambientali del suolo.
Teniamo sempre presente che esistono numerosi contaminanti ambientali capaci di sfruttare la via percutanea ed entrare nell’organismo.
La pratica dello Yoga in natura deve essere subordinata ad una condizione ambientale adeguata, priva di contaminanti con queste caratteristiche.
Yoga Green
Secondo un’analisi molto profonda di Urbivore, la pratica dello Yoga insegna almeno 3 importanti lezioni trasformative a proposito dell’ambiente.
Prima di tutto, l’ambientalismo, come lo Yoga, è una pratica.
Questo significa che ogni volta il praticante mostra se stesso in tutte le sue imperfezioni, non può e non deve essere “perfetto”. Semmai, mostrare un miglioramento costante.
Allo stesso modo, l’ambientalismo non deve lasciare spazio alla “eco-ansia”, vale a dire l’atteggiamento iper-perfezionista che porta sempre a prendere decisioni drastiche.
Potrà capitare che, nonostante la cura per l’ambiente e la mentalità ecologista, una volta si possa (ad esempio) bere acqua da una bottiglietta di plastica.
Per alcuni potrebbe essere un sacrilegio, in realtà è semplicemente un atteggiamento umano.
Potremmo dire lo stesso per qualunque comportamento e pratica “green”.
Non esiste la perfezione, non deve esistere l’eco-ansia.
Prendersi cura dell’ambiente e della natura non può diventare una sofferenza, ma una volontà profonda che evoca positività e passione.
Aprirsi al Cambiamento con Yoga e Natura
La seconda lezione molto importante riguarda il rapporto con i cambiamenti.
Così come nelle lezioni di yoga si è aperti al cambiamento ed alla esecuzione di nuove e più complesse forme, anche nelle scelte ambientali è possibile farlo.
Indipendentemente dalle condizioni di partenza, ci sono stili di vita e soluzioni che si adattano ad ogni situazione.
Se qualcuno non potesse, per vari motivi, partecipare ad una manifestazione, fate in modo che possa firmare una petizione.
Se qualcuno volesse, ma non potesse installare pannelli solari, aiutatelo a trovare un fornitore di servizi energetici più ecologico.
Uno degli errori peggiori che siano stati commessi dall’ambientalismo fino ad oggi è quello di dare l’idea (magari inconsapevolmente) di voler creare un cambiamento radicale e totale dei modelli produttivi in brevissimo tempo.
Purtroppo non si può far bollire l’oceano: però possiamo cominciare a scaldare l’acqua in più punti diversi.
Promuovendo piccoli e possibili cambiamenti in modo graduale, potrete contrastare il fenomeno sempre più diffuso dell’ignavia ambientale.
Il punto è: focalizzatevi su ciò che può essere fatto adesso, con piccoli ed azionabili progetti, possibilmente moltiplicati per un numero molto elvato di persone.
Fate leva sul sentimento positivo, non su rabbia, paura e catastrofismo.
Di “cose brutte” nel mondo ce ne sono già a sufficienza.
L’ecologia non può e non deve essere tra queste.
Yoga e Natura per la Salute e l’Ambiente
Se ci pensate un momento, spesso le scelte più “green” sono anche le più salutari.
In questo senso, lo yoga insegna molto: nella pratica, infatti, il corpo umano è inteso come una casa che ospita tutto ciò che siamo.
La terza fondamentale lezione che lega yoga e natura è proprio questa.
Quando pensate al vostro corpo come un “tempio” di cui prendervi la massima cura, la naturale conseguenza è prestare molta più attenzione sia a cosa mangiate sia a come vivete.
Non si tratta di “rinunciare” a cose specifiche, ma solo di pensare meglio le proprie scelte.
Tappetino Yoga Ecologico
La questione “ecologica” applicata ai tappetini per lo yoga, è più articolata di quanto si possa immaginare.
Proprio sulla base di quanto abbiamo letto prima, fare yoga con un tappetino ecologico non può essere considerato totalmente in linea con i principi di sostenibilità assunti.
Questo perché, come accade in praticamente ogni produzione “ecologica”, esistono impatti che vanno dalla produzione al trasporto.
Senza contare che anche i materiali riciclati spesso non lo sono al 100% (ma solo in determinata percentuale).
In sintesi, nonostante le buone intenzioni e la presenza di tante imprese serie che realizzano quel che affermano, il rischio di “green washing” resta elevato.
Fabbrica Ambiente potrebbe adesso presentare una serie di prodotti al fine di “dare consigli per l’acquisto”, ma non lo farà.
Il motivo è presto detto: siete voi praticanti a dover scegliere sulla base della vostra coscienza ecologica.
In un modo iper-consumistico dove sembra che ogni cosa abbia un prezzo, bisogna avere talvolta la fermezza di non scadere nell’eccesso di commercialità.
Proprio come nella pratica yogica.
Abbigliamento Yoga Ecologico
Lo stesso si applica a tutto l’abbigliamento utilizzato per fare Yoga.
L’invito è sempre quello di considerare con attenzione quali capi sono davvero “ecologici”, sia per la condotta delle imprese che li producono, sia per i materiali nello specifico.
Naturalmente, come abbiamo sottolineato più volte, non vanno promossi ideali “estremisti” di totale chiusura verso abbigliamento “convenzionale”.
La propria attitudine alla cura dell’ambiente e della natura si misura con tantissime altre azioni, pertanto possedere un abbigliamento Yoga ecologico, così come praticare su un tappetino ecologico, è un “plus” da non enfatizzare eccessivamente.
Perché Yoga Fa Bene (Anche All’Ambiente)
Prima di concludere, diamo ulteriore supporto a quanto scoperto a proposito del positivo rapporto tra Yoga e natura.
C’è un importante studio greco, pubblicato nel 2021, che mette in relazione la pratica dello Yoga con i comportamenti ambientali dei praticanti.
Varie evidenze hanno dimostrato che chi pratica yoga è “statisticamente” più incline a:
- partecipare ad eventi in tema di ambiente e natura
- partecipare a forme di associazionismo ambientale e/o naturalistico
- ricercare informazioni su come combattere l’inquinamento ambientale
Una tra le più significative manifestazioni del rapporto tra Yoga e natura, secondo questo studio, è la partecipazione ad eventi finalizzati alla tutela dell’ambiente.
Tra questi, dobbiamo menzionare la pulizia delle spiagge, delle foreste e più in generale degli ambienti outdoor.
Senza dimenticare il coinvolgimento anche nella piantumazione di nuovi alberi.
Alcuni gruppi che praticano Yoga in prossimità delle barriere coralline sono attivamente impegnati nella loro conservazione e recupero.
Lo Yoga Come Motore Della Volontà Di Fare Bene Per Il Pianeta
Ciò che si evince da questo studio è l’associazione tra il beneficio psicologico che si ottiene con la pratica dello yoga e la volontà di occuparsi di problemi che riguardano il nostro pianeta.
Un’altra conclusione cui è arrivato lo studio riguarda la pratica sportiva: praticare Yoga in natura, così come fare altre attività all’esterno, avvicina notevolmente i praticanti al mondo naturale.
La chiave per proteggere l’ambiente, molto spesso è la modifica di alcuni comportamenti individuali.
Per raggiungere una buona qualità di vita sul piano individuale, le persone dovrebbero prima di tutto essere interessate al “benessere dell’ambiente”, perché esso è inestricabilmente legato alla qualità della vita.
La meditazione tipica della pratica yogica è essenziale anche per riflettere in modo critico sulle questioni ambientali del nostro tempo.
In particolare, lo studio ha rilevato che con la meditazione i praticanti sviluppano una predisposizione positiva alle soluzioni dei problemi e sono più inclini ad agire direttamente.
Yoga e natura sono sempre stati connessi e questo legame sarà ancora più importante per fronteggiare le grandi sfide ambientali e climatiche del presente e del futuro.
Conclusioni
Il rapporto tra Yoga e natura va ben oltre l’uso di un tappetino ecologico, o di un abbigliamento fatto con materiali riciclati.
Questa riflessione ci ha dato l’occasione per indagare un pò più a fondo su noi stessi, come primi attori del cambiamento.
Un bell’incoraggiamento è quello di sapere che la pratica di certe discipline avvicina di molto le persone alla dimensione naturale e supporta la coscienza ambientale ed ecologica.
Il caso dello Yoga è emblematico in questo: senza “estremismi ecologisti”, la percezione dell’ambiente naturale circostante cambia al punto di sentire la necessità di prendersene cura attivamente.
La protezione ambientale non è solo una questione “tecnica” o di scelte “green” (possibilmente evitando il greenwashing).
Per evitare di cadere in errore, una profonda analisi introspettiva del “come siamo” e soprattutto del “come dovremmo essere” in rapporto all’ambiente è necessaria.
Perché agire per l’ambiente e la natura è prima di tutto una “cosa dell’anima”.